ABBIATEGRASSO – Sabato 4 luglio il Centro Diurno Disabili (CDD) Fondazione Sacra Famiglia di via San Carlo ha aperto le sue porte alla cittadinanza! Un bellissima idea dell’equipe, composta dal responsabile Valter Passarotto, sei educatrici, quattro ASA, una psicologa e un medico neuropsichiatra, per far conoscere questa realtà “speciale” anche a chi non la vive quotidianamente. Ad accogliere il pubblico c’erano la disponibilità dell’equipe e l’entusiasmo dei ragazzi-ospiti del Centro (qualcuno un po’ più grandicello, visto che l’età varia dai 21 fino ai 63 anni!), che ci hanno accompagnati a visitare le stanze della struttura, concesse in comodato d’’uso gratuito dal Comune, disposte su due piani e utilizzate al meglio: l’ambiente è famigliare, ricco di colorate opere d’arte e splendidi “lavori” realizzati dai 30 utenti. Ognuno di loro ha bisogni unici e diversi da quelli degli altri, per questo diventa fondamentale pensare a progetti educativi individualizzati. È l’educatrice Elisabetta Carnevale a mostrarci la funzionalità di strumenti come le agende iconiche od oggettuali: “Quando invitiamo Stefano a prendere questa bottiglia che fa questo rumore – spiega -, lui sa che è ora di andare a lavorare; quando lo invitiamo a prendere questa forchetta, sa che è ora di pranzo, e così via. Per qualcun altro l’agenda è invece iconica, composta da piccole immagini oppure da grandi foto robuste, più facili da impugnare; ma c’è anche chi ne utilizza una classica, con parole e numeri perché sa leggere. Con le persone più gravose puntiamo molto sull’attività espressiva – aggiunge Elisabetta, illustrandoci splendide creazioni prodotte con svariate tecniche”. Ed ecco l’importanza del laboratorio di Attività Espressive molto amato dai ragazzi, a cui peraltro il pubblico ha potuto partecipare. “Il momento del pranzo è occasione di socializzazione perché si mangia tutti insieme… e di autonomizzazione” spiega il responsabile, che ci ha mostrato la sala da pranzo, oltre alla “sala lavoro indipendente” che ha definito “un contesto gratificante per i ragazzi perché permette di sperimentare in autonomia un’abilità appresa. Per esempio – ha detto – un utente che ha imparato ‘a tavolino’ a discriminare il colore rosso, nella sala lavoro potrà allenarsi da solo a riconoscerlo, fino a riuscire a generalizzare: quando dovrà attraversare la strada, saprà di non poterlo fare se il semaforo è rosso”. Importante anche la “sala PC” con touch screen facilitante, situata al secondo piano che, tra l’altro, regala una splendida panoramica sul centro della città dominato dal campanile della Basilica. Una seconda casa, insomma, dove si cresce e s’impara giocando ma anche lavorando, in sinergia con la Sacra Famiglia di Cesano Boscone “dove – afferma il responsabile – alcuni nostri ospiti frequentano bei laboratori, come quello di falegnameria o bigiotteria”. Sinergia confermata dalla presenza all’incontro del direttore della divisione anziani e disabili della nota struttura cesanese, Michele Restelli. Una mattinata coinvolgente, dunque, e un modo per mettere in “vetrina” la bravura e le competenze acquisite da questi ragazzi, anche grazie al grande lavoro di squadra di equipe e famigliari, in una realtà che fa dell’integrazione sociale la sua pietra miliare. Ma soprattutto, un inno alla vita raccontato da persone “speciali”. Emanuela Arioli