GAGGIANO – Si terrà sabato 3 ottobre, a partire dalle ore 17, presso la Biblioteca Daccò e in serata al Salone del Centro civico di San Vito, l’evento “A quelli che non sono tornati. Omaggio ai soldati della Grande guerra”, ideato dall’Associazione culturale Barabàn e fatto proprio da Comune di Gaggiano e Gruppo Sanvitese. Un omaggio agli uomini partiti per il fronte – furono oltre milletrecento i gaggianesi coinvolti, sei milioni in tutta Italia – e, soprattutto, un evento in memoria dei nove giovani sanvitesi che caddero nella Grande guerra.
Dopo l’introduzione di Daniele Vecchi, consigliere delegato alla Cultura del Comune di Gaggiano,
l’evento sarà aperto con Parole dai fronti letture tratte da un diario di un bersagliere – Emilio Noè,
che visse la disfatta di Caporetto – incrociate a brani di letteratura moderna. Memorie del fronte
isontino e storie del fronte interno con la prosa di Rossana Bacchella, già nota ai gaggianesi
appassionati di scrittura, che narra la vicenda di Rosa, sedicenne che, come tante donne, fa la sua
guerra in fabbrica, alla Pirelli, in una sorta di “mondo alla rovescia” dove le donne assumono ruoli
da sempre assegnati agli uomini. In una sorta di patchwork le parole del diario e delle storie scritte cento anni dopo incontreranno le parole dei canti delle trincee con la presentazione del nuovo album di Barabàn, Voci di trincea, ottava produzione discografica dell’ensemble fondato a Milano nel 1983 ma che da sempre ha a Gaggiano la sua sede progettuale e operativa.
Pubblicato il 24 maggio 2015, in occasione del Centenario dell’entrata in guerra dell’Italia, il CD
raccoglie un significativo corpus di canti di protesta contro la guerra – Gorizia, Fuoco e
mitragliatrici, La tradotta che parte da Novara, La guerriera, Sul ponte di Bassano, Monte Nero,
brani in gran parte raccolti su campo da Aurelio Citelli e Giuliano Grasso che ne parleranno alla
Biblioteca “Daccò” – insieme a marcette delle fanfare, musiche da ballo d’epoca e arie popolari a
carattere militare. Un disco “live” registrato durante alcune performance che Barabàn ha tenuto in
diversi luoghi come le pendici del Pasubio, teatro della Prima guerra mondiale, a Norimberga
(Germania) per il Festival “Guerra e pace”, e nel corso di spettacoli in Italia e Svizzera.
Alle 20.45 l’evento si sposterà a San Vito, alla ex Scuola elementare, con un omaggio alla Stele in
ricordo dei giovani soldati scomparsi durante la Grande guerra, sei dei quali caduti tra il luglio e
l’ottobre del 1915 (Giovanni Citelli, Vittorio Ciocca, Carlo Dell’Acqua, Angelo Fontana, Luigi
Locatelli, Enrico Porazzi), e successivamente al Salone del Centro Civico dove, dopo il saluto del
sindaco Sergio Perfetti, si terrà il concerto di Barabàn Voci di trincea. Concerto per Giovanni,
dedicato alla memoria di Giovanni Citelli, fante-contadino sanvitese scomparso a Kamno
(Slovenia) il 5 ottobre 1915, a 23 anni.
Replicato decine di volte, anche in luoghi storici della Grande guerra (forti della guerra 1915 –
1918, siti di battaglie), Voci di trincea è un’emozionante performance multimediale con canti,
musiche, immagini, letture di lettere di soldati al fronte. Uno spettacolo moderno che rievoca la vita
nelle trincee, gli assalti, il dolore, fino alla chiusura con il pubblico coinvolto a cantare gli stornelli
ironici su Cadorna ricordando che nel mondo le guerre non sono finite.
Al concerto prenderanno parte anche musicisti che da tempo collaborano con Barabàn: Guido
Montaldo al flauto, Alberto Rovelli al contrabbasso e il giovanissimo violinista Francesco Grasso, e
in video, alle letture, il regista Bruno Bigoni. A quelli che non sono tornati è parte del progetto triennale “…verso La speranza 1967 – 2017” che si concluderà nel 2017 in occasione dei 50 anni dello spettacolo teatrale “La speranza” messo in scena nel maggio 1967 da Mariangelo De Filippi, intelligente direttore della Scuola elementare di Gaggiano recentemente scomparso.
Dedicato fra gli altri al valore della pace e al rifiuto della guerra, La speranza fu un evento
dirompente nella storia del teatro a Gaggiano per l’attualità dei suoi messaggi e la modernissima
messa in scena e, ancora oggi, è ricordato da una generazione di gaggianesi come un capitolo
significativo della propria formazione ed educazione. Tutti gli eventi sono ad ingresso libero.
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