ABBIATEGRASSO – Martedì 31 gennaio, ospite del Rotary Club Abbiategrasso Silvia Fontana, Ambasciatrice di Pace, ha parlato dell’importanza della borsa della Pace istituita dal Rotary da un decennio. Un’opportunità unica offerta dopo una rigorosa selezione internazionale a un centinaio di giovani ogni anno che hanno la possibilità di studiare nei centri della pace del Rotary, associati a sette tra le università più prestigiose al mondo. L’obiettivo della Borsa della Pace è preparare dei leader che contribuiscano con il loro operato alla pace e alla risoluzione dei conflitti, a dare risposte di valore alle sfide globali. La parola d’ordine del Rotary è ‘servire’ e, in un mondo funestato da conflitti e povertà, i borsisti della pace incarnano l’ideale rotariano. Silvia è stata scelta per gli eccellenti risultati accademici, le sue doti umane e di leadership. Con forte determinazione e grandi doti empatiche, dimostrate anche durante la presentazione, Silvia traduce temi importanti e difficili in un linguaggio comprensibile a tutti, con l’obiettivo di far riflettere e costruire insieme iniziative di valore. Unica italiana tra i 135 Ambasciatori di Pace selezionati a livello mondiale dall’ Istituto per l’Economia e la Pace, Silvia ha lavorato e studiato in diversi paesi, dall’Armenia all’India sino alla Repubblica Democratica del Congo dove ha assunto ruoli di responsabilità per organizzazioni internazionali come la Banca Mondiale e Medici Senza Frontiere. Grazie al supporto del Rotary, ha frequentato un master di politiche di sviluppo internazionale alla Sanford School of Public Policy presso la Duke University. Attualmente è impegnata in un dottorato all’Università di Padova. I borsisti della pace condividono un concetto di Pace non lontano da noi, “non utopico né filosofico ma concreto, con radici precise nella nostra società”. Silvia ha parlato di Pace come qualcosa di misurabile, tramite l’Indice Globale di Pace che, con 23 indicatori, dà indicazioni sul livello di pace in 163 tra stati e territori. Purtroppo tale indice rivela un peggioramento sistematico della pace del mondo. E il 2016 ha confermato tale trend, con un mondo meno pacifico e l’ aumento delle disuguaglianze non solo economiche ma di pace. Tra gli indicatori, il peggioramento è maggiormente dovuto al terrorismo e al numero crescente di persone costrette a spostarsi dal proprio paese. Silvia ha confermato che “purtroppo le previsioni sono di un progressivo peggioramento della pace” e ha parlato della pace nel lungo periodo, la cosiddetta Pace Positiva, che va oltre l’assenza di conflitto e riguarda la creazione di un sistema di cooperazione, equità, mutuo soccorso. Silvia afferma “Dobbiamo tendere nelle nostre comunità alla Pace Positiva, da costruire giorno per giorno, grazie al contributo di ognuno di noi”. Tra i fattori sui quali investire per società più pacifiche vi sono un alto livello di capitale umano e l’accettazione dei diritti degli altri, la relatrice ha voluto ricordare una sfida legata a questi fattori, affermando che nelle nostre comunità “di genere si muore”. Tra le sfide italiane di oggi il femminicidio dimostra che la pace non è una cosa astratta ma da costruire a cominciare da casa nostra. “In Italia nel 2016 è stata uccisa una donna ogni 3 giorni. Perché questo conflitto di genere?”. Un invito quindi ad investire sul capitale umano, a non limitarci agli slogan, a sfatare i luoghi comuni, a diffidare da chi dà facili soluzioni sforzandoci invece di analizzare. Un invito a prepararci di fronte anche alle sfide globali come l’attuale crisi umanitaria legata alla (non) gestione del flusso migratorio, che ha mostrato tutti i limiti europei. “Creiamo ponti invece che muri”, a questo proposito Silvia ha portato l’esempio positivo della Comunità di Sant’Egidio che sta sperimentando i ‘corridoi umanitari’, andando là dove ci sono persone da proteggere. Ha mostrato l’intervista a una famiglia raggiunta in Siria e salvata grazie ai corridoi umanitari con l’arrivo in sicurezza in Italia: un progetto pilota da replicare in tutti i paesi europei. Un esempio concreto e locale, citato, di educazione alla pace: il Premio dedicato a Valeria Solesin, vittima del terrorismo a Parigi nel 2015, per cui è coordinatrice del comitato scientifico. Tale concorso prevede oltre 10 premi a tesi di laurea che investighino il ruolo della donna nel mondo del lavoro e nella società. Molte esperienze e un bagaglio di conoscenze che portano Silvia a impegni sempre più importanti come ambasciatrice di pace, come ha detto “grazie all’opportunità che il Rotary mi ha dato”, una fiducia ben riposta e che Silvia continuerà ad onorare. E.G.
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