VERMEZZO – Questa settimana abbiamo intervistato il pluripremiato Walter Tintinaglia, vermezzese, campione nazionale di Jeet Kune Do. E’ incredibile avere un campione nazionale di una disciplina che non si sente proprio quotidianamente, quindi abbiamo deciso di approfondire un po’ l’argomento con un professionista.

Quando hai cominciato questa disciplina e cosa ti ha spinto a farlo?
“Ho iniziato questo sport quasi per caso, sapevo dell’esistenza del Jeet Kune Do, ma solo perché è l’arte che aveva creato Bruce Lee. Poi, mentre cercavo una palestra dove cimentarmi in una nuova attività (purtroppo la palestra di Muay Thai che frequentavo aveva appena chiuso) ho visto la locandina del corso che si svolgeva a Gaggiano. Una volta andato a lezione, la prima cosa che mi ha colpito, ancora prima del bastone, è stata l’insegnate: bellissima e bravissima. E’ stato amore a prima vista, da allora sono 10 anni che la seguo”.
Quali sfide hai sostenuto? Ti sono costate molti sacrifici?

“Di sfide ne ho sostenute parecchie. Se faccio un conto veloce delle coppe e medaglie che ho in camera arriviamo subito a 40. Possiamo dire che non sono poche e ne vado fiero. Ovviamente, come in tutti gli sport, per arrivare ti devi sacrificare e molto. Ricordo le prime esperienze in nazionale, dove ci si allenava a Frosinone. Partivo alle 4 della mattina per poi tornare la sera alle 2 di notte. Anche tutte le sere passate in Caparol con i compagni ad allenarsi, al freddo oppure in mezzo alle zanzare non sono state propriamente semplici”.

Le migliori soddisfazioni quali sono state?
“Il primo titolo europeo a squadra, vinto a Bristol nel 2009. Era il primo titolo che l’Italia portava a casa in squadra, eravamo diventati i campioni d’Europa!
A due anni dall’edizione degli europei in Polonia, confermavano che eravamo la squadra più forte d’Europa. Per precisare aggiungo che gli europei si svolgono ogni 2 anni e l’Italia è stata campione per 4. E’ stata un’ esperienza indimenticabile, anche perché ho affrontato un peso massimo. Lui rideva appena salito sul ring, vedendomi meno imponente di lui, dopo poco ero io che ridevo bastonandolo per bene! E’ stato un incontro memorabile e ancora si ricordano del nano bastardo …
Mi spiego meglio, quando combatti in squadra, non sei diviso per peso, si combatte in 3 persone per squadra ed ognuno ha 1 minuto, si sale sul ring e si vede chi tra gli avversari ha deciso di sfidarti. In quel caso, come avrete potuto capire, si trattava del più grosso degli inglesi …”
Quanto ti alleni?
“Mi alleno almeno 3 volte a settimana con il corso normale, se sono in una fase tranquilla e quindi senza grandi sfide in vista. Quando inizio la preparazione per una gara, invece, arrivo ad allenarmi almeno cinque giorni su sette a settimana comprese le domeniche”.
Hai mai pensato di abbandonare e darti a qualcosa di più tranquillo tipo gli scacchi?
“Ho provato con la Xbox, ma purtroppo non sentivo i colpi, non vedevo le facce doloranti degli avversari e son tornato in palestra”.
Non hai paura di farti davvero male?
“Se iniziassi a chiedermi se una cosa fa male o meno, rimarrei tutto il giorno sul divano in una campana di vetro. Penso sempre in positivo: ‘vai che oggi ci divertiamo a tirar quattro legnate!’”
Dietro alla “violenza” di questo sport c’è anche tanta disciplina. E’ vero? Ti ha influenzato in qualche modo?
“C’è molta disciplina, sudore e fatica. Sembra uno sport violento visto da fuori ed effettivamente lo è. Come nella boxe o negli sport da combattimento, però, c’è sempre il rispetto del tuo avversario, dell’arbitro e dei giudici. Difficilmente vedrai ad una gara di stick fighting quelle scene pietose che vedi nel calcio. Ognuno accetta il giudizio inequivocabile che gli è stato assegnato, l’importante è far sempre del tuo meglio per non esser da meno. Brucia molto perdere, come in ogni cosa, perché non hai dato il meglio di te. Ricordo finali perse, perché magari gli arbitri non avevano visto dei colpi, ma io avevo dato il meglio ed ero felice lo stesso perché sapevo che avevo fatto bene”.
Ci ricordi i traguardi più importanti che hai conseguito?
“Circa 12 titoli italiani, 4 titoli europei , 4 argenti al mondiale e oltre 10 primi premi in gare minori”.
Le prossime sfide?
“Sono reduce da una gara open, portando a casa l’oro e adesso sto valutando se andare a farmi gli europei a Londra a luglio 2015 …” Beh, ce lo auguriamo bene! In bocca al lupo! A.F.A.