ABBIATEGRASSO – Un minuto di silenzio per ricordare tre persone scomparse di recente, Rosanna Albini, Enrico Castelli e Enrico Pieri, ultimo sopravvissuto all’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, ha aperto la mattina del 12 dicembre, presso la Cooperativa Rinascita, il Congresso della Sezione ANPI “Giovanni Pesce”. Gianmarco Garbi, presidente uscente, ha introdotto i lavori, ringraziando il Direttivo uscente con cui si è lavorato bene e quanti hanno dato il loro contributo all’ANPI abbiatense, per cui si è riusciti ad organizzare qualche iniziativa anche durante la pandemia. Ha ricordato le provocazioni di Lealtà Azione e l’immediata reazione della città con partecipati presidi in piazza. Se alcune proposte avanzate all’Amministrazione Comunale non sono andate in porto, anche a causa della crisi economica, come i cartelloni con gli articoli della Costituzione nel Parco che porta il suo nome, con soddisfazione è stata dedicata una piazzetta a Carlo Chiappa, Comandante Abele. Un accenno anche alla pandemia e alla crisi economica che ha portato il Paese sulla soglia del disastro e ha accentuato differenze sociali e conseguenti conflitti, nei quali spesso la destra la fa da padrona. Ha concluso sottolineando che il compito dell’ANPI è di chiedere sempre alle istituzioni che la Costituzione venga interamente rispettata. Ha preso, quindi, la parola Ardemia Oriani della Segreteria Provinciale per una breve relazione sul Documento Congressuale, che cerca di definire la linea d’azione dell’ANPI inserita nella realtà attuale. L’associazione nasce nel ’44 e con il tempo è cresciuta molto: conta 130mila iscritti in tutt’Italia, con una sede in quasi tutti i Comuni, 11mila iscritti e 119 Sezioni a Milano e provincia, e vede l’adesione di tutte le generazioni, da 98 anni a giovanissimi. “Noi non siamo partigiani, siamo antifascisti – ha affermato Ardemia – questo è il punto centrale del Documento. L’ANPI può dare il suo contributo, nel presente e anche nel futuro, al bisogno di libertà e democrazia che tuttora esiste. La società sta cambiando velocemente e la pandemia può farci uscire migliori o peggiori, con più o meno democrazia, con più o meno solidarietà. C’è il rischio di un arretramento culturale della popolazione, che possa accettare certe modalità che non sono quelle costruite dalla Resistenza. La Costituzione è il nostro faro. L’ANPI dice che ci sia un Capo dello Stato di garanzia democratica. E’ stata siglata un’intesa con i Sindacati e le grandi associazioni per realizzare un fronte per una nuova fase di lotta democratica antifascista e si fa di nuovo appello al Capo del Governo per mettere fuori legge le organizzazioni neofasciste. Il neofascismo si combatte con le leggi, che ci sono e basta applicarle, e sul fronte culturale con un grande lavoro nelle scuole. L’ANPI – ha concluso Ardemia – ha una sua identità che fa perno su alcuni punti di forza: è plurale, generazionale, di genere, è autonoma dalla politica. E’ la casa di tutti gli antifascisti e pretende che i diritti di tutti siano riconosciuti”. Approvato il rendiconto 2020 illustrato da Antonella Beri, il dibattito ha dato modo di approfondire e anche criticare alcuni punti del Documento, che alla fine è stato approvato all’unanimità. Dopo l’elezione del nuovo Direttivo e dei Revisori dei Conti, sono stati nominati tre delegati per il Congresso Provinciale che si terrà a Milano il 12 e il 13 febbraio: Gianmarco Garbi, Michele Bona e Nino Cristiano. M.B.
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