ABBIATEGRASSO – Quando è nata la discriminazione di genere di cui ancora oggi si soffre? Il mito di Pandora racconta come l’idea malsana di un rapporto gerarchico tra generi sia arrivata fino ad oggi. Tutti i miti hanno un senso, perché sono dei racconti senza tempo, i problemi che affrontano tornano nella storia dell’umanità. Domande a cui cerca di dare risposta da tutta la vita Eva Cantarella, che in occasione del quarto incontro con le Domeniche Letterarie di Iniziativa Donna è intervenuta lo scorso 16 febbraio in un’affollatissima sala consiliare. Il concetto misogino della donna vista come inganno alla quale non si sfugge è perpetrato ancora oggi. Ed è proprio da qui che la giurista, nonché professoressa di Diritto Romano e Greco antico Eva Cantarella è partita per delineare la sua storia, una storia che indaga le origini delle differenze tra uomini e donne spiegata attraverso la mitologia greca e raccontata nel libro Gli inganni di Pandora. “Essendo figlia di un grecista, non volevo studiare storia e ho deciso di iscrivermi a legge perché pensavo fosse un’ottima opportunità di lavoro, pensate voi che l’anno in cui mi sono laureata le donne non erano ancora ammesse in magistratura. – racconta l’autrice – In questi anni è nato il mio amore per il diritto e per l’antichità, da queste esperienze sono arrivata a scrivere una serie di libri che sono a metà tra la storia del diritto con incursioni di letteratura”. Continua poi l’autrice: “Le condizioni delle donne anche solo dieci anni fa facevano rabbrividire. Quando mi sono sposata, il Codice Civile diceva che la moglie era obbligata a seguire il marito ovunque lui intendesse stabilire la sua residenza, il che voleva dire che non si pensava neanche che la donna avesse una sua individualità economica e sociale. A quel tempo non capivo perché… sono andata a cercare le origini di queste influenze e oggi ci ritorno. Dopo decenni nei quali noi donne abbiamo conquistato una serie di diritti mai visti nei millenni precedenti, ho notato un ritorno a situazioni preoccupanti”. Ma secondo l’autrice, questa profonda differenza è dovuto all’invidia, inconscia, radicata dell’uomo che non ha potere sulla creazione. “Gli uomini hanno inconsciamente paura della donna per il suo potere riproduttivo, dà fastidio a tal punto che gli storici lo negano. Il mito ci racconta di paura e invidia degli uomini: si pensi solo alla storia di Dioniso, che nasce dalla coscia di Zeus”. Le ragazze di oggi hanno ben chiare queste due cose: indipendenza economica e istruzione per rivendicare una propria individualità. Conclude l’autrice: “Oggi ci sono tanti diritti ma dobbiamo continuare a fare di più per ottenere un cambiamento radicale”. I.S.
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