ABBIATENSE – Il presidente del Comitato del Sì, l’ing. Fabrizio Castoldi, patron della BCS, come al solito è stato molto chiaro e diretto, esplicitando ed esponendo timori largamente condivisi: “E’ in atto l’ennesimo tentativo di impedire di fare la strada”. Dopo l’intervento del vicesindaco di Ozzero, Vittorio Malvezzi, che ha sottolineato “l’importanza vitale della nuova strada per Ozzero” e l’eterogeneità dei componenti del Comitato del Sì portatori di esigenze reali diverse, non soggetti a schieramenti ideologici e di parte, ha invitato a “non buttare il bambino con l’acqua solo perché ci possono essere possibili modifiche migliorative”. L’ing. Castoldi ha spiegato così il presidio: “L’iniziativa di oggi ha questa motivazione: ci siamo rotti di dover prendere atto che alcuni agricoltori, che detengono proprietà, trasformino i loro interessi personali in una protesta collettiva che trova sponda in posizioni ambientaliste demagogiche. Questa strada attende da troppo tempo di essere realizzata, finalmente c’è un progetto, ci sono i finanziamenti, non c’è più tempo, per questo territorio è vitale: molte industrie se ne sono andate altrove, si lotta per tenere posizioni e la nuova strada (che essendo a due corsie è strada, non superstrada o tangenziale), è comunque fondamentale se si vuole investire sullo sviluppo, le infrastrutture (con minori tasse e minor costo del lavoro) sono uno degli ingredienti indispensabili per la crescita e il governo pare se ne sia accorto. Renzi dice giustamente che l’Italia può e deve tornare a correre in maglia rosa. Per fare questo bisogna aumentare i posti di lavoro e le industrie che li producono devono tornare a crescere. Se una parte della politica non lo capisce e in questo momento fa scelte sbagliate, diventa responsabile della perdita di posti di lavoro e di un’inesorabile inarrestabile decrescita”. Castoldi ha accennato alle indagini svolte da un giornale locale che ha registrato una netta percentuale a favore della strada e l’indagine di Assolombarda su un campione di 300 aziende del territorio tra Abbiategrasso e Magenta che impiegano ca. 3.000 posti di lavoro e che sostengono che la strada “è indispensabile per migliorare la circolazione di persone e merci e ridurre i costi della logistica. Oltre il 71% delle aziende ritiene anche che la strada favorirebbe nuovi insediamenti industriali e quindi nuovi posti di lavoro”. Il vicesindaco di Vigevano ha anche ricordato che si può considerare un sondaggio tra i cittadini l’esito delle ultime elezioni a Vigevano che ha visto primeggiare la lista civica “Strada per Milano”, la lista più votata in assoluto. I promotori del Sì si dicono convinti che un referendum popolare dimostrerebbe che la nuova strada è auspicata da una maggioranza schiacciante che ha bisogno di una strada più scorrevole e sicura, di dedicare meno ore a raggiungere il posto di lavoro, che rischia però “di veder svanire l’ultima possibilità concreta perché per molti anni non si realizzeranno infrastrutture nuove, se non quelle già programmate, per colpa di politici che per interessi di partito o di alcune categorie, dimenticano che il nostro territorio ha fame di posti di lavoro, oggi e ancora più in futuro”. E.G.
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