MILANO – Un grande studio, circondato da due librerie, alte quasi fino al soffitto e colme di volumi, una scrivania al centro, un divano classico dal un lato, una poltrona di design dall’altro e poi lui, Giuseppe, un professore di storia in preda alla disperazione per aver erroneamente “cliccato” chissà quale tasto del personal computer, gettando nella “pattumiera” del pc, il file contenente il testo di una sua importante conferenza. Il pubblico entra così immediatamente a contatto con la quotidianità di questa classica famiglia borghese che per tutti i quasi 90 minuti di spettacolo, sarà permeata dalla contrapposizione costante tra antico e moderno, tradizionale e innovativo. E’ proprio questa infatti la tematica protagonista e indiscussa di questa commedia teatrale in scena al Teatro Manzoni di Milano dal 7 al 24 febbraio 2019. Sul palco Maurizio Micheli e Iaia Forte nei panni di Giuseppe e Sabina, marito e moglie (storico lui, giornalista lei) alle prese con la nuova epoca del “virtuale” e in cui sono nati e vivono la figlia maggiore Clementina (Sara Lazzaro) ormai indipendente e Antonio (Nicola Ravaioli), ancora in casa e prossimo alla maturità.
Quattro personaggi in costante confronto per personalità, abitudini, stile di vita e capacità di reagire al cambiamento. Così come i libri, la carta stampata, simbolo per eccellenza dello studio e della conoscenza si trovano in un costante faccia a faccia col mondo del web, i cui saperi sono virtuali e condensati in codici immateriali. Lo sa bene il figlio teenager che seppur inconsapevole dei fatti storici del paese in vive, trascorre il tempo “turnando” con le ragazze e tra i meandri della tecnologia. Una tecnologia di cui la madre è convinta di essersi ormai impadronita in quanto da giornalista ha dovuto fare i conti con i cambiamenti informatici degli ultimi anni; è capace di fare ricerche in internet e di “condensare” una notizia in un twitter rispetto al compagno che è monofunzionale come tutti gli uomini. Eppure la sua “modernità” viene messa duramente alla prova nello scoprire che la figlia, appena separata dal suo fidanzato storico Davide, in realtà aspetta un figlio “in provetta” da un’altra donna.
Ancora una volta, con questa commedia brillante e comica, l’autrice – qui anche regista – Cristina Comencini, dimostra di essere una raffinata osservatrice della realtà e del costume, mettendo in scena con la giusta ironia, i cambiamenti e le relative contraddizioni dei giorni nostri. I tempi nuovi non sono pertanto solo quelli che stiamo vivendo nella continua e frenetica evoluzione tecnologica, ma sono anche quelli delle relazioni, del rapporto d’affetto e/o di amore tra genitori e figli e che a volte può generare inquietudine per il solo fatto di non essere “preparati al cambiamento”. Lo stesso che subirà l’insegnante appassionato di storia, Giuseppe che, a seguito di un intervento chirurgico (di cui non si dirà altro nel corso della piece), subirà una metamorfosi radicale, divenendo lui stesso un re del web e sorprendendo tutti, pubblico incredulo compreso, con l’utilizzo di un linguaggio sempre più virtuale e specialistico.
Il messaggio sottostante lo spettacolo è chiaro e facilmente comprensibile, trattandosi di situazioni molto realistiche, che fanno ridere sì ma anche riflettere su questo costante gioco di confronto tra genitori e figli.
Sono davvero tante le riflessioni che una prosa ben fatta e coinvolgente come questa può fare emergere sia nelle vecchie generazioni che guardano al futuro con la nostalgia di un passato che difficilmente tornerà sia nelle nuove che guardano al presente con semplicità e senza porsi poi tante domande.
Seppur significativa la morale che scaturisce da questo spettacolo, poco chiara risulta essere invece la caratterizzazione attoriale dei personaggi, a volte un po’ troppo semplicistica e statica; così come non del tutto credibile appare la repentina trasformazione del personaggio di Giuseppe nella sua nuova versione di ciclamino9, così denominato per via del suo blog personale creato sul web. Per fortuna però Giuseppe, quasi a chiusura del sipario, ritorna al suo “io” originario sottolineando che è giusto sì adeguarsi ai “tempi nuovi” che cambiano sempre più rapidamente ma è importante farlo con alla base una buona dote di conoscenza perchè “se tu sei troppo leggero, fai come il palloncino. Che fa il palloncino? Sale, sale, sale e poi… scompare!”.
Laura Giuffrè
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