ABBIATEGRASSO – Si è tenuta mercoledì 10 luglio la Consulta Sanitaria. Il sindaco Nai e il presidente dei 14 sindaci dell’abbiatense, Marco Marelli di Morimondo, hanno rendicontato l’incontro con il d.g. Odinolfi del 4 luglio. Un incontro in cui il direttore generale dei 4 ospedali dell’Asst ovest milanese sostanzialmente non ha detto nulla di nuovo, soprattutto riguardo al Pronto Soccorso, la cui riapertura, ha ribadito, dipende dalla volontà politica di Regione Lombardia, da cui non sono arrivate indicazioni in merito. Indicazioni non pervenute nonostante la Delibera con cui il Consiglio Regionale ha votato per la riapertura notturna a seguito della mobilitazione del 7 maggio scorso, organizzata dalla Consulta e dal Movimento per i diritti del malato. Il sindaco Nai ha letto le lettere spedite il 22 maggio alla Regione e al Ministero con cui si chiedeva di mettere in atto tutte le azioni per la riapertura del P.S., con riferimento alla Delibera regionale. Ebbene, mentre dalla Regione non si sono sognati di rispondere, l’8 luglio è arrivata la seguente risposta dal Ministero: “E’ pervenuta a questo Ufficio la segnalazione allegata, prot.n.17046 del 10/6/2019 riguardo al pronto Soccorso di Abbiategrasso. Dal momento che le funzioni organizzative in materia sanitaria sono attribuite alle Regioni, si trasmette in allegato la nota in oggetto per le opportune valutazioni”. Una conferma a quanto da sempre sostenuto dal Movimento per i Diritti del Malato e dai Sindaci del territorio, ovvero che, secondo il Dm 70, la gestione organizzativa sanitaria spetta alle Regioni. Ma anche se lo ha sempre negato, pubblicamente lo sa bene anche l’ass. Gallera che recentemente, come ha riportato un quotidiano nazionale, ha dichiarato che per motivi orografici i P.S. degli ospedali di Luino, Cittiglio, Angera, resteranno aperti 24h, nonostante non abbiano tutti i requisiti richiesti dal Dm70. Ricordiamo che l’ospedale Cantù li aveva tutti i requisiti, è stato però calcolato nel 2016 un numero di accessi inferiore ai 20.000 (numero dichiarato dal responsabile già nel 2009). I conti non tornano così come i tempi di trasferimento e di attesa al P.S. di Magenta, è sempre più evidente che si tratta di una decisione politica, mascherata da ragioni tecniche come la ‘sicurezza’. Visto che la Delibera che dice di riaprire il P.S. anche di notte e di ripristinare i servizi tolti è stata approvata, ma resta disattesa e non applicata, un’intollerabile presa in giro, il cons. Finiguerra ha proposto un’azione politica forte da parte dei sindaci dei comuni dell’abbiatense, interrompendo ogni rapporto istituzionale e politico con la Giunta Regionale, comunicando formalmente che “questo territorio in presenza di una così evidente mancanza di rispetto, per le città e per i cittadini che rappresentano, non riconoscere più la Giunta regionale lombarda come interlocutore istituzionale”. Una proposta che il presidente Marelli condividerà con tutti i sindaci durante la prossima assemblea prevista entro fine mese. Tra le altre proposte emerse, quella di chiedere conto di che fine ha fatto la Delibera, al Presidente del Consiglio regionale, di portare le firme che si stanno raccogliendo a Roma, al Ministro alla Sanità o addirittura al Presidente della Repubblica, in quanto il capo dello Stato è il garante del diritto alla salute sancito dalla Costituzione. E’ stata presa in considerazione anche l’ipotesi di rivolgersi al difensore civico regionale, Carlo Lio, in qualità di garante dell’esecutività della Delibera del 7 maggio che ha approvato con 58 voti su 60 la mozione per la riapertura notturna del P.S. Un’azione forte suggerita per avere grande visibilità mediatica è stata andare tutti quanti, cominciando dai sindaci a incatenarsi fisicamente ai cancelli del Pirellone. Intanto continua la raccolta firme a cura dei commercianti e delle associazioni cittadine, in tutti i 14 comuni. I moduli si trovano all’Urp, in municipio, dove verranno riconsegnati e sarà presa nota di chi consegna e del numero delle firme. Si ribadisce che è molto importante firmare e raccogliere quante più firme possibile per dare ancora più forza alla richiesta di tutela della nostra salute. E.G.
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