GAGGIANO – Arrivano da Gaggiano e dal territorio segnalazioni di cittadini che si lamentano della presenza di cacciatori che mettono in pericolo animali domestici ma anche persone. Nelle campagne si sentono spari e si teme di essere “impallinati” per errore, tanto che c’è chi nei periodi di caccia rinuncia al piacere di una passeggiata, di una corsa o di una biciclettata all’aria aperta. Un pallino conficcato nella pelle non è di certo piacevole, può essere addirittura fatale se colpisce un occhio. Una segnalazione ci è arrivata telefonicamente da Fallavecchia, dove una signora lamenta la presenza di cacciatori anche nelle marcite, “luoghi che – dice la donna – dovrebbero essere salvaguardati”. Tanti cittadini temono anche per i propri animali domestici, cani e gatti che girano per stradine, prati e aiuole e tornano a casa feriti e insanguinati. Come il micio Romeo. Incredibile cosa è accaduto al gatto della 30enne Annette Visco, nel quartiere ex Safosa di Gaggiano. E’ rientrato a casa ricoperto di sangue e quando Annette ha visto il suo gattino di un anno e 5 mesi ridotto così, l’ha portato immediatamente alla clinica veterinaria, pensando ad un litigio con un altro gatto. Non c’erano grandi lacerazioni ma dalla radiografia è emerso che le sue piccole ossa e la colonna vertebrale erano “tempestate” di molti puntini neri. In pratica è scampato a un attacco dei cacciatori che gli hanno sparato addosso oltre 120 pallini di piombo. Uno shock per la sua padrona che, oltre ad essere preoccupata per le sue condizioni, dovrà anche provvedere alle spese veterinarie per farlo tenere sotto controllo. Infatti il povero Romeo, essendo così piccolo, non può essere operato perché sarebbe troppo rischioso rimuovere tutti quei pallini conficcati sotto pelle, ma vivere tutta la vita con i piombini nel corpo potrebbe creargli dei problemi. Romeo non si era allontanato troppo, passeggiava come al solito negli spazi verdi del quartiere davanti casa, tra parchetti, prati e aiuole, una zona dove tra l’altro giocano i bambini. Annette si è rivolta alla Polizia locale, ai Carabinieri e al sindaco per chiedere di prendere provvedimenti, ma nulla è stato fatto e pare non ci sia soluzione. Una problematica che si spera venga ascoltata prima che si ripetano fatto simili o anche più gravi. L’idea di Annette è far partire una raccolta firme affinché il maggior numero di persone si interessi al problema e le istituzioni intervengano.