ABBIATENSE – La scoperta è una di quelle che incrementano in modo significativo il valore storico del nostro territorio. A Ozzero c’è un’antica costruzione, integra nella struttura anche se parecchio impoverita all’interno, che con la sua possente mole – un gigantesco cubo, decisamente fuori scala rispetto al resto del paese – sembra dominare la vallata: è nota come palazzo Centurione. La scoperta è questa: il palazzo passò per matrimonio alla famiglia genovese dei Centurione solo alla metà del Settecento e fino quel momento fu posseduto dalla famiglia, pure genovese, dei Marino. A edificarlo fu Tommaso Marino, il banchiere che nella Milano di metà Cinquecento fu una delle personalità di maggior spicco e al quale si deve l’omonimo palazzo oggi sede dell’Amministrazione comunale. Ma come mai un altro palazzo Marino e a Ozzero? La vicenda viene ricostruita, con la consueta precisione documentaria, da Mario Comincini: a Milano arrivò dapprima Giovanni, fratello di Tommaso, che nel 1540 acquistò alcune terre a Ozzero presso la località Selvetta e che poco dopo divenne affittuario generale del monastero di Morimondo, poi sostituito da Tommaso. Fu tra il 1555 e il 1565 circa che fu edificato il palazzo di Ozzero, negli stessi anni in cui si edificava quello di Milano. Con i rovesci finanziari del banchiere, il palazzo di Ozzero fu ridotto a dimora per famiglie contadine, con un solo locale, il salone di rappresentanza, tenuto a disposizione delle successive generazioni dei Marino, residenti a Genova: una sorta di loft, con la zona giorno e la zona notte insieme. Un palazzo quindi carico di storia, testimone della straordinaria vicenda umana di Tommaso, celebrato in molte parti d’Europa e finanziatore di papa Giulio III e dell’imperatore Carlo V. Una vicenda di cui è testimone lo stemma del personaggio, ancora oggi visibile al di sopra dell’ingresso del palazzo ozzerese (mentre è scomparso dal palazzo milanese) e da cui è partita la ricerca storica di Comincini, che si può leggere nel terzo volume di: “Morimondo. L’insediamento cistercense e il suo territorio”. Il volume può essere chiesto, al costo di 14 euro compresa la spedizione, alla Fondazione di Morimondo (e-mail: morimondo-libro@libero.it; tel.: 02.94.96.19.19). Enrica Galeazzi