ABBIATEGRASSO – La Compagnia dialettale abbiatense “El Loeugh” si è esibita domenica scorsa presso il Castello Visconteo, raccontando “I pansanigh de la stala”, raggiungendo un discreto successo di pubblico. Codesta Compagnia Teatrale nasce nel gennaio 2010 da un’idea della regista Pinuccia Rosetta, la quale propone ad alcuni colleghi dell’Istituto Golgi di condividere la sua passione per il teatro.

Il nome è stato scelto da un vecchio modo di chiamare l’Istituto Golgi dalla popolazione abbiatense di qualche generazione fa. Dal 1305 al 1750 i Luoghi Pii erano strutture di assistenza finanziate da cittadini benestanti e volenterosi allo scopo di soccorrere i bisognosi.

Nel 1784 l’Imperatore Giuseppe II decide di accorpare i circa 40 Luoghi Pii esistenti nei 5 più prestigiosi. In seguito essi furono unificati in un solo organismo che, negli anni della Restaurazione, è stato denominato Amministrazione dei Luoghi Pii Elemosinieri. In risposta all’evoluzione dei bisogni e delle politiche sociali nascono nuove strutture assistenziali.

La Pia Casa degli Incurabili di Abbiategrasso è uno di questi Luoghi chiamato, appunto, dalla popolazione locale “El Loeugh”. Nel pomeriggio del 17 dicembre i protagonisti dello spettacolo in questione sono stati tre racconti monologati in lingua meneghina. Due storie sono state tratte dal libro di Peppino Cislaghi intitolato “Detti Abbiatensi” e uno da una novella di Maria Messina. Cislaghi ha raccolto i detti popolari e le storie in dialetto raccontate dalle persone nell’intimità delle loro famiglie.

C’era una volta l’usanza di trascorrere le serate invernali in compagnia di parenti e amici raccontando storie avventurose o divertenti. Le stalle delle cascine sul territorio erano il luogo più caldo e accogliente per riposarsi divertendosi dopo una lunga estenuante giornata lavorativa nei campi. Le suddette storie non sono state mai scritte prima d’ora.

Ogni narratore ha lasciato così un segno di sé in ciascuna di esse. In questo modo il pubblico percepisce emozioni sempre diverse a seconda dello stato d’animo dell’attore e dell’ascoltatore. “Detti Abbiatensi” è un libro dal carattere nostalgico e benevolo. Il ricavato dalla vendita è devoluto alla Caritas. La scrittura di Maria Messina si concentrava soprattutto sulla cultura siciliana del primo ‘900.

I suoi temi principali erano l’isolamento e l’oppressione delle donne della sua isola natale. Le sue opere, focalizzate sulla dominazione e sottomissione tra uomini e donne, sono tuttora attuali in molti Paesi del mondo. Storie di tradimenti portano il sorriso quando sono raccontate con l’enfasi di una caricatura bizzarra.

Il problema della violenza di genere sembra essere un problema esistente dalla notte dei tempi, ma nel racconto dialettale appare evidente che la giustizia vinca sulla pazzia. La figura del demonio è trasformata dal linguaggio meneghino in un personaggio vinto dall’astuzia del contadino. Laura Cittar