ABBIATENSE – Tante le segnalazioni di cittadini preoccupati per i danni che sta causando la Popillia Japonica che, come leggiamo sul sito di Ersaf, è “un insetto originario del Giappone inserito tra le specie da quarantena, benchè non sia pericoloso per l’uomo e gli animali. L’insetto è stato rinvenuto per la prima volta nell’estate 2014 nel Parco del Ticino su entrambe le sponde, lombarda e piemontese”. Una vera invasione, si segnala la presenza di questo insetto anche in centro città, dove ad esempio si possono vedere le foglie degli alberi del parco della Fossa bucherellate… Riceviamo la testimonianza di Monica D’Alfonso di Agrinaviglio: “L’invasione di Popillia, da noi denunciata dal 2017, è diventata insostenibile dal 2019 con la distruzione di tutte le colture (orticole e frutticole) e, per noi, con particolare drammaticità per la distruzione dei piccoli frutti, che sono la nostra produzione preminente, e defogliazione che prelude la morte addirittura della piantagione (diverse piante sono già’ morte in questi ultimi anni). Siamo in ginocchio da troppo tempo ormai! Non abbiamo visto alcuna attenzione, riconoscimento di calamità o previsione di studi e ricerca per contenere l’invasione della Popillia che, se all’inizio è stata sottovalutata perchè localizzata in alcuni territori, ora si estende a macchia d’olio e fra pochi anni, se non contenuta, invaderà tutta la Lombardia… Mi appello alla Coldiretti perché si faccia portavoce del nostro grido di disperazione prima che non si venga costretti ad abbandonare ogni attività agricola”. Questo è quanto Agrinaviglio scriveva alla Coldiretti lo scorso 2 luglio, a cui è seguito un servizio trasmesso da Rai Regione il 18 luglio. La scorsa settimana, abbiamo ricevuto un altro intervento di Agrinaviglio, in cui Monica D’Alfonso fa un appello alle Autorità Regionali e Locali e alle Associazioni Agricole: “Prendo atto della sensibilizzazione al problema Popillia, ma desidererei sapere cosa si sta facendo e cosa si intende fare nel 2021, considerato che la misura 5 del PSR è scaduta nel 2020 e non si hanno notizie di provvedimenti per il 2021. Dalla risposta di Coldiretti del 14/7/2021 al mio appello del 2/7/2021, emerge una documentazione di attività svolta dalla Regione, ma mi permetto di sottoporre le seguenti osservazioni: Il Programma esposto evidenzia l’attività per lo studio e la limitazione delle zone di infestazione. Attività sicuramente meritoria e interessante, ma anche per alcuni aspetti negativa. Mi riferisco alle trappole poste ai margini delle zone infestate per il monitoraggio delle migrazioni di Popillia. Faccio notare che le trappole poste in vicinanza della mia azienda agricola hanno richiamato nuvoli di Popillia anche in zone prima esenti o quasi. Mi permetto di dubitare dell’efficacia delle trappole per la limitazione della diffusione della Popillia.
Comunque, – prosegue D’Alfonso – nel programma sono esclusi interventi all’interno delle zone contaminate e ciò ha provocato l’abnorme sviluppo di Popillia con la conseguenza di anni di distruzione totale di alcune produzioni e, per ironia della sorte, favorendo l’espansione, ‘l’espatrio’ degli sciami in cerca di altre zone da colonizzare, compreso le aree urbane. Ritengo che vada benissimo incentivare ed incrementare gli studi per combattere la Popillia e limitarla nella sua espansione, ma non si può combattere il ‘nemico’ senza intervenire nel focolaio di prolificazione e di espansione… La situazione è talmente grave, che si invoca lo stato di calamità, che permetterebbe interventi immediati sul territorio, soprattutto con metodi biologici già’ individuati (esempio nematodi e funghi), oltre all’autorizzazione in deroga all’utilizzo di altre soluzioni rivelate efficaci (tra cui ad esempio ceppi di bacillus thiringiensis gallerie). In base alle attuali disponibilità operative fornite dalla ricerca, gli interventi dovrebbero prevedere il coinvolgimento degli agricoltori colpiti fornendo aiuti consistenti per munirsi di trappole ai feromoni distribuite razionalmente all’interno delle aziende per catturare, e non solo monitorare, gli insetti adulti… Infine, non lasciare nella disperazione i produttori colpiti dalla Popillia, con indennizzi per le mancate o ridottissime produzioni agricole…”
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