ABBIATEGRASSO – Voci sempre più insistenti e numerose segnalazioni, da almeno due settimane, concernono l’ospedale Cantù e il suo Pronto Soccorso. La preoccupazione maggiore riguarda proprio quest’ultimo e l’imminente chiusura a cominciare da quella notturna. “Non essendoci la rianimazione – afferma un operatore sanitario – i traumatizzati gravi e i codici rossi in genere, vengono inviati altrove, si dice per la sicurezza del paziente. Ma proprio per la sicurezza dei cittadini, mantenere e potenziare il Pronto Soccorso è importante. Trattare e stabilizzare il paziente infartuato per poi inviarlo in un centro specializzato significa spesso salvargli la vita mentre un tragitto con tempi più lunghi è fargli correre un rischio maggiore”. Un infermiere: “Sono stati investiti oltre 20 milioni di euro per un nuovo ospedale, il Cantù rischiava di chiudere, ora nonostante la nuova struttura, sta perdendo pezzi in continuazione. Sembra che si voglia far crescere Legnano e svuotare gli altri ospedali che fanno parte della stessa azienda, a cominciare dall’ospedale abbiatense. Dopo la perdita di ginecologia, pediatria, lo spostamento di primari e medici eccellenti, ora si prospetta anche la perdita della pneumologia, da anni si attende un potenziamento di organico ma il cardiologo ad esempio continua ad essere uno solo con un carico insostenibile. Si ipotizza lo spostamento ad Abbiategrasso della geriatria e la condanna inesorabile dell’ospedale Cantù a diventare un cronicario, un satellite del Golgi, costringendo gli abbiatensi per ogni altra patologia e per ogni emergenza a rivolgersi a Magenta o a Legnano, con ulteriori disagi e rischi”. Un cittadino preoccupato: “Sento sempre più spesso ventilare la chiusura del Pronto Soccorso di Abbiategrasso, a cominciare dalle ore notturne per poi, chiamando in causa i numeri di accesso troppo bassi, arrivare alla chiusura totale. Mi auguro che i politici locali lottino strenuamente per impedire questa ulteriore perdita. La città sta regredendo in tutti i settori, combattere la crisi e la mancanza di lavoro vuol dire anche non perdere, come invece è successo, servizi come il tribunale, l’Agenzia delle entrate, tra poco anche l’Inps. Mi chiedo se chi ci governa ha fatto veramente di tutto per impedirlo, questi servizi oltre a non creare il disagio di andare altrove agli abbiatensi, portavano un flusso di persone dai paesi limitrofi, centinaia di persone che frequentavano bar e negozi, che creavano lavoro e benessere ora dirottati principalmente a Magenta. Non perdiamo altro tempo e soprattutto salviamo il nostro ospedale dal declino, per un bene primario di tutti noi: la nostra salute”. E.G.
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