ABBIATEGRASSO – Un rogo nella ditta che si occupa dello stoccaggio e smaltimento di rifiuti speciali, termine con cui si indicano rifiuti sia non pericolosi che pericolosi, ha fatto scattare l’allarme e la notizia del  grande rogo di cui si sono subito occupate diverse squadre di pompieri accorse dalle province di Pavia, Milano, Vercelli è stata riportata dalla stampa nazionale e dai tg. Alla Eredi Bertè di Mortara si è saputo che c’erano montagne di rifiuti alte decine di metri, sotto alle macerie di edili e metalli, anche gomma e plastica. Prontamente  il Prefetto di Pavia ha avvertito del pericolo ‘diossina’ ed i sindaci di Mortara e di alcuni paesi intorno fino a Vigevano hanno diramato avvisi alla popolazione di rimanere in casa, chiudere le finestre, non mangiare ortaggi e frutta locali a causa del possibile pericolo. Il termine diossina, che evoca l’incidente di Seveso del ‘76 e le sue gravi conseguenze, fa paura. Anche solo l’ipotesi che questa sostanza tossica per l’uomo, che si forma durante la fase iniziale della combustione dei rifiuti,  in presenza di catalizzatori quali  rame e ferro, ha giustamente richiesto le precauzioni sollecitate dalle amministrazioni comunali. Il monitoraggio dell’Arpa, ovvero l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, si è reso necessario per sapere se e quanta diossina si è sprigionata a causa dell’impressionante rogo che ha bruciato oltre una decina di migliaia di metri cubi di rifiuti non ancora del tutto identificati. La notizia ha innescato il desiderio legittimo della popolazione di essere informata e aggiornata costantemente sulla situazione. Anche chi ancora non era al corrente di quanto stava succedendo ha percepito a Morimondo come a Ozzero o Abbiategrasso, nelle ore successive all’incendio, un odore di bruciato nell’aria che, una volta collegato al rogo di Mortara, ha scatenato richieste continue al giornale e sui social. A nostra volta abbiamo contattato sia l’Arpa che il sindaco di Abbiategrasso e riportato costantemente quanto riuscivamo a sapere. Il sindaco Nai ha riferito che non c’era allerta per la nostra zona come invece per Vigevano e limitrofi, che hanno anche chiuso le scuole, e ha comunicato di attendere la relazione tecnica dell’Arpa. I risultati delle misurazioni effettuate attraverso i due rilevatori installati durante le fasi iniziali dell’incendio sono arrivati sabato. Arpa, come già annunciato da diverse fonti, ha comunicato che “I valori rilevati sono superiori alla soglia suggerita dall’OMS ma in linea con le attese, più bassi di quanto già rilevato in incendi analoghi. La concentrazione di benzoapirene è inferiore a 0,33 e o,66 ng/m3”. I timori nella popolazione non sono ancora del tutto fugati anche perché l’incendio non è ancora stato completamente domato e il danno ambientale non può essere ancora stimato. Molte le segnalazioni e le testimonianze di persone che lavorano o hanno parenti a Mortara. Le alte fiamme, la colonna di fumo nero, l’odore che ha pervaso le case nonostante la chiusura di porte e finestre, e il timore soprattutto per i più piccoli. Intanto i pompieri continuano incessantemente l’ingrato lavoro di spostare con i mezzi meccanici la mole di rifiuti mentre prosegue l’opera di spegnimento. La pioggia nel fine settimana ha dato una mano a spegnere ma potrebbe aver riportato a terra gli inquinanti, per questo il divieto di raccogliere e consumare ortaggi degli orti è ancora in vigore fino a quando tutte le analisi saranno effettuate e ogni pericolo sarà scongiurato. Non pochi comunque gli abbiatensi che ritenendo che i 20 e poco più km di distanza da Mortara e l’andamento dei venti non escludesse il territorio abbiatense da eventuali pericoli e, in via del tutto precauzionale, hanno adottato misure simili a quelle decise nei paesi direttamente coinvolti. Intanto sono anche partite le indagini in Procura per stabilire se l’incendio è di natura dolosa, per verificare permessi e controlli effettuati prima dell’incendio e le responsabilità dell’azienda. E.G.