ABBIATEGRASSO – La vicinanza del Comune di Abbiategrasso riguardo alla tutela dei cittadini più piccoli è sempre presente. In merito, lo scorso 3 maggio presso la sala consiliare del Castello Visconteo si è tenuta la conferenza “I pericoli del Web” grazie alla collaborazione tra i Comandi di Polizia di Opera e di Abbiategrasso. Dongiovanni, il vicecommissario di Opera, ha presentato la serata con un dialogo informale, esprimendo i rischi del Web in cui incorrono i giovani con l’obiettivo di aiutare i genitori a comprendere le realtà dei propri ragazzi. Soprattutto i minorenni devono essere tutelati, perché non hanno la completa consapevolezza di essere in perenne contatto con altre persone che di fatto non conoscono. L’utilizzo del Web inoltre amplifica il comportamento dei ragazzi, quindi un’azione apparentemente immateriale effettuata sul Web può avere grosse ripercussioni sulla vita reale. “In certe situazioni – ha spiegato il vicecommissario – la famiglia deve intervenire in modo drastico denunciando il proprio figlio, nel momento in cui si accorge che sta compiendo un reato”. Un esempio di cyberbullismo riguarda la storia di un tredicenne che, entrato in contatto con la droga, ben presto inizia ad avere danni neuro-psichiatrici e i genitori, all’oscuro di tutto, credono che il comportamento del figlio sia dovuto alle classiche “bravate”. Il soggetto incomincia a spacciare e gestire la “sua clientela” attraverso chat online (What’s App e Facebook); una volta intercettato, la Polizia lo arresta. La famiglia era convinta di poter risolvere la situazione, ma così non è stato, tant’è che il ragazzo è ora in un centro per disintossicarsi, anche se il suo sistema nervoso è gravemente danneggiato. “I genitori a volte non si rendono conto di quello che succede ai propri figli; è sbagliato pensare di poter risolvere le cose da soli, a volte vi è la necessità di ricorrere ad Istituti e all’aiuto della Polizia” ha concluso Dongiovanni. È giusto quindi controllare il cellulare dei propri ragazzi? Nel codice civile è espresso che i genitori hanno il diritto e il dovere di sorveglianza, poiché sono responsabili dei reati dei propri figli, ma quando un genitore può intervenire usufruendo del suo diritto? Quando il comportamento del figlio preoccupa, c’è quindi una reale motivazione che può essere legata a grooming, sexting (invio di messaggi e immagini sessualmente espliciti) o appunto al cyberbullismo. È possibile tuttavia la vigilanza dei minori sulla rete attraverso il Parental Control, un “filtro famiglia” che seleziona le pagine rischiose o sconsigliate per i minori; la sua installazione può avvenire sia attraverso il Software che attraverso l’Adsl (Router). I genitori presenti hanno partecipato attivamente all’incontro, cercando di capire quale sia il modo migliore di salvaguardare i propri figli senza dover invadere la loro privacy. Il metodo comunque più efficace per aiutare i propri figli adolescenti è cercare sempre il dialogo, non dando per scontato ciò che hanno da dire, per poter affrontare insieme eventuali problemi.
Ilaria Scarcella
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