ABBIATEGRASSO – La notizia della richiesta di 1 milione 900.000 euro di danni, presentata come risarcimento dall’Essedue, proprietaria dell’area su cui si era formata una zona umida che gli ambientalisti hanno chiamato Pagiannunz, ovvero Pa-rco-Gi-ardino dell’Annunz-iata, ha fatto subito discutere gli abbiatensi che mostrano di avere posizioni divergenti. Chi difendeva strenuamente l’area umida e ha sollecitato l’Amministrazione a ostacolare in ogni modo la costruzione di un centro commerciale su un’area considerata un’oasi in città, oltre a rammaricarsi della richiesta danni, la ritiene inopportuna anche perché a carico dei singoli amministratori quali il sindaco, l’intera giunta ovvero gli assessori Cameroni, Colla, Granziero, Brusati, Squeo a cui si aggiunge il suo predecessore Lovati e i funzionari dirigenti di settore arch. Alberto Ambrosini e Anna Vaghi. La somma se suddivisa equivale a 211.000 euro per ciascuno, da sborsare di tasca propria per risarcire la proprietà dei terreni che si è vista negare il diritto edificatorio precedentemente riconosciuto. Altri invece ritengono che se tale diritto è stato negato per una presa di posizione politica per quella che consideravano non un’area di pregio ma poco più di una “pozzanghera”, formatisi fortuitamente per una perdita d’acqua, è giusto che se dev’essere risarcito, venga pagato non dalla collettività ma da chi ha fatto questa scelta che invita a chiedere aiuto finanziario agli ambientalisti che l’hanno tanto caldeggiata. A meno di un anno dalle prossime elezioni amministrative c’è chi teme che se tale cifra dovrà essere versata e non dalle persone fisiche a cui ora è stata richiesta, sia un esborso insostenibile per le casse già malandate del Comune, in un periodo in cui tutti arrancano e certo non si augurano nuove tasse o tagli ai servizi. Tagli ai servizi e penuria di risorse che, per esempio, il consigliere Pusterla (PdL) in più di un’occasione, anche in Consiglio comunale, aveva invitato a superare con il permesso a costruire per l’Essedue che avrebbe portato in cassa ca. 15 milioni di euro in oneri di urbanizzazione, lo stesso aveva messo in guardia, così come altri suoi colleghi di minoranza, della possibile, già paventata, richiesta di danni molto onerosa da parte della proprietà. In realtà, anche se chi è chiamato ora personalmente a rispondere non può dormire sonni del tutto tranquilli, sembra che occorra almeno attendere la pronuncia del Tar, prevista il 20 ottobre prossimo quando saranno discussi i tre ricorsi e si deciderà chi ha ragione, se la proprietà che ha ridotto per tre volte la superficie edificabile e proposto un’area umida in un’altra zona non lontana di viale Giotto o l’Amministrazione comunale che nel frattempo ha preparato la variante al Pgt e riscontrato nei progetti presentati irregolarità tecniche e poca sensibilità paesaggistica. La richiesta di danni viene valutata da alcuni più come un tentativo di far pressione da parte dei legali dell’Essedue che una reale possibilità. E.G.
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