ABBIATEGRASSO – All’appuntamento di lunedì 7 alle 11.30 in piazza Castello si sono presentati studenti e docenti delle scuole cittadine a invocare la Pace per l’Ucraina e per tutto il mondo. Un lungo momento che l’Eco ha ripreso in diretta, disponibile su Fb. Un momento significativo, con la recita di 2 poesie molto intense, un contributo eccezionale per educarci e spingerci a costruire la Pace. Le accorate parole, l’appello di una mamma ucraina hanno toccato il cuore di tutti, il sindaco Nai ha condiviso con i ragazzi riflessioni sulla storia e invitato a dire ‘stop alle armi, no alla guerra, no alle sopraffazioni e Sì alla Pace ‘. Ha invitato all’accoglienza, ‘alla vicinanza, il futuro del mondo siete voi, c’è sempre la possibilità che quello che non ci aspettiamo torni ad accadere. Studiate, approfondite… ‘. C’è grande attenzione per quanto sta accadendo, ma anche grande solidarietà, si raccoglie tutto quanto viene richiesto, abiti, alimenti, farmaci ma, ha ricordato il sindaco, è stato anche aperto un conto corrente da parte dell’associazione Emergenza e Solidarietà (IBAN: IT38D0103032380000010120820) per essere pronti a rispondere alle esigenze dei cittadini ucraini che arriveranno e di quanti sono rimasti nel loro Paese martoriato. Serve più che mai la generosità di tutti. Da una parte la speranza e dall’altra una sempre maggiore consapevolezza che questa guerra deve essere fermata al più presto, perché ogni giorno che passa è peggio, mentre si accenna a tentativi di mediazione, gli scontri aumentano e di ora in ora aumenta il numero delle vittime. Tutto il mondo è con il fiato sospeso, soprattutto dopo la sfiorata catastrofe nucleare ucraina, la più grande d’Europa, che ha messo tutti di fronte alla reale possibilità di una guerra che può diventare mondiale e che non lascerebbe scampo. Sono a disposizione nuove terribili armi come i lanciamissili termobarici che possono cancellare in un attimo intere città, cose e persone comprese. Ordigni potenti come quelli nucleari, che rendono inutile ogni genere di ripari e protezioni, ordigni russi avvistati in viaggio verso l’Ucraina. La paura e l’ansia, l’orrore che ci pervade ci fa invocare la Pace ad ogni costo. Mai come in questo momento l’Europa e la maggior parte dei Paesi del mondo si sono ritrovati uniti e compatti. La gente comune scende in piazza e si attiva in modo febbrile, in una lotta contro il tempo, per inviare aiuti di ogni genere al popolo ucraino, sperando che li riceva. Partono da Abbiategrasso, da Robecco, dalle metropoli, come da ogni più piccola realtà per essere vicini concretamente a chi non ha più nulla, a chi è costretto a cercare rifugio in bunker, sottoterra, nella speranza di salvarsi la vita. Un senso di grande impotenza pervade tutti, le scelte da fare sono molto difficili e delicate. Difficile stare a guardare mentre un popolo chiede aiuto perché aggredito e trucidato, ma intervenire direttamente e militarmente come Paesi della Nato significa probabilmente fare il gioco di Putin e trasformare questa guerra nella terza guerra mondiale e nucleare. E allora non ci sarebbe più limite anche se è difficile immaginare qualcosa di peggio oltre a quello a cui stiamo assistendo, seppur comodamente, al sicuro a casa nostra, per ora. E per ora non possiamo fare altro che continuare a rispondere alle richieste di aiuto dei civili, aprire le porte ai profughi di ogni guerra perché più consapevoli e respingere fermamente ogni azione che possa essere interpretata come provocazione, spingendo invece per il dialogo, pronti a trattare, a mettere al bando ogni arma e ogni guerra. E.G.
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