ABBIATENSE – Sono sempre più frequenti le domande dei cittadini dell’abbiatense che chiedono se ha già riaperto di notte il P.S. dell’ospedale Cantù. Continuano anche le segnalazioni di disagio che, anche se cambiano data, orari, persone, sembrano spesso fotocopie di quante già più volte pubblicate. Sconforto, rabbia, indignazione ha provocato la risposta dell’assessore alla Sanità Gallera alla lettera che i sindaci dei comuni dell’abbiatense gli avevano fatto pervenire per sollecitare la riapertura, ricordandogli che si tratta anche di una decisione unanime della stessa Commissione Sanità Regionale. Una lettera di cui l’Eco della città è venuto a conoscenza durante un’intervista a Donato Bandecchi, assessore al welfare del comune di Morimondo, che segue con particolare attenzione le problematiche socio sanitarie. Lettera che abbiamo pubblicato e a cui l’ass. Gallera ha risposto a sua volta con uno scritto inviato al giornale e pubblicato sul numero successivo. Ora cerchiamo di nuovo di fare il punto della situazione, chiediamo aggiornamenti e il parere di Marco Marelli, sindaco di Morimondo e presidente dell’Assemblea dei sindaci dei 15 comuni dell’abbiatense. Sig.sindaco cos’ha risposto o cosa risponderebbe, se ancora non l’ha fatto, all’ass. Gallera?
Marco Marelli: “Gli risponderei che, dopo avergli scritto una lettera per sollecitare la riapertura del Pronto Soccorso dell’ospedale di Abbiategrasso, la sua risposta non è pervenuta, e sono arrivate invece, tramite il giornale L’Eco della città, risposte non esaustive e, inoltre, non fatte pervenire direttamente ai sindaci dell’abbiatense. Gli chiederei di non ignorare non solo le istanze dei 15 sindaci che rappresentano i loro concittadini, ma anche l’invito della commissione sanità, i cui membri, dopo il sopralluogo al P.S. dell’ospedale di Abbiategrasso, all’unanimità hanno chiesto di ripristinare il servizio nelle ore notturne. Dobbiamo constatare che da parte sua non viene dimostrato l’ascolto, che il territorio dell’Abbiatense merita. Anche durante la prima assemblea pubblica del novembre 2015, l’ass. Gallera aveva affermato di voler riconsiderare la chiusura notturna del P.S. dell’ospedale Cantù; poi di fatto è stato chiuso pochi giorni dopo e senza comunicarlo alle amministrazioni comunali perché potessimo a nostra volta, comunicarlo ai nostri concittadini. Da subito si sono riscontrati innumerevoli disagi e problematiche, che solo la riapertura potrebbe risolvere. Dopo la votazione unanime della Commissione Sanità in Regione, ha diffuso una nota in cui dichiarava che avrebbe chiesto al Ministro, una deroga per la riapertura. Poiché sono passati alcuni mesi dalla sua dichiarazione, abbiamo chiesto a Gallera, se e quando avesse scritto, come ha dichiarato che avrebbe fatto, al Ministro Lorenzin, evidenziando che, in ogni caso, il Decreto Ministeriale parla chiaro: la deroga è delegata alle Regioni e quindi dipende da un suo diretto intervento. Nella sua ‘pseudo risposta’ cita le linee di indirizzo e gli standard qualitativi che ben conosciamo, cita numeri opinabili e dichiara che l’ospedale di Abbiategrasso non rispetta i requisiti. Per quanto riguarda il bacino di utenza richiesto – tra gli 80.000 e i 150.000 – ebbene con oltre gli 83.000 residenti del distretto, rientriamo nei parametri. I tempi di percorrenza devono tener conto della particolarità di un territorio di 207 km quadrati e sono molto diversi se si parte da una qualche frazione o cascina, oppure dal centro di Abbiategrasso; inoltre molto dipende dalle condizioni meteo, dal traffico, dalla condizioni delle nostre strade. Gli accessi al P.S. di Abbiategrasso – prima della scelta di programmare un Poas approvato dalla Regione, che di fatto, partendo dalla chiusura notturna del P.S. sta depotenziando l’ospedale abbiatense – erano dichiarati intorno ai 19.000. Un numero molto vicino ai 20.000 richiesti; dobbiamo però constatare che le scelte del 118 sono per inviare le ambulanze altrove, riducendo notevolmente gli accessi. Viene continuamente preso come pretesto la mancanza di sicurezza del presidio di Abbiategrasso. Lo stesso Decreto Ministeriale chiede di garantire sicurezza, di migliorare i servizi, ed è quello per cui ci stiamo battendo. Il decreto non chiede di sopprimerli come invece è stato fatto. L’ospedale di Abbiategrasso ha 135 anni, ha sempre garantito servizi efficienti ed è stato rifatto interamente negli ultimi 10 anni con un esborso di 30 milioni di euro di soldi pubblici: chiediamo quindi, come si possa, ritenere giustificabile la scelta di ridurlo a un poliambulatorio e cronicario. Riteniamo che avere un P.S. di primo livello sia il minimo per questo ospedale così come una revisione del Poas, presentato dalla direzione generale. Per quanto riguarda eventuali, necessari trasferimenti in altri ospedali, citati dall’ass. Gallera, gli ricordiamo che si tratta di una modalità che riguarda tutti gli ospedali qualora occorra un centro più specializzato. Non possiamo quindi accettare le decisioni che l’assessore ribadisce, contrarie alle istanze del territorio e chiediamo ancora con forza un confronto diretto per concordare la revisione di una programmazione che non riteniamo accettabile”. Enrica Galeazzi
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