ABBIATEGRASSO – In occasione delle celebrazioni per la Festa della Repubblica, martedì 2 giugno, il Prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca ha consegnato le onorificenze al Merito della Repubblica Italiana ai cittadini della provincia che si sono particolarmente distinti in ambito professionale e sociale. Nella lista degli insigniti spicca anche il nostro concittadino Giovanni Bolciaghi, classe 1940 (75 anni compiuti giusto ieri, lunedì 8 giugno!), amato Alpino e imprenditore carrozziere, che ha ricevuto l’importante onorificenza di Cavalierato, attraverso una cerimonia con assegnazione di una pergamena firmata dai Presidenti Mattarella e Renzi, alla presenza dell’assessore Emanuele Granziero in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale e del capogruppo degli Alpini Alfonso Latino. “Ho cominciato a trent’anni con le missioni umanitarie, a quei tempi non esisteva la Protezione Civile, eravamo volontari allo sbando – racconta Giovanni, che ha dedicato un’intera vita agli altri e per questo si è meritato il titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana – non c’erano coperture.. per esempio per il terremoto in Friuli, nel ’76, siamo partiti ‘allo sbaraglio’…lo facevamo per solidarietà. Ho fatto circa 40 viaggi umanitari in Bosnia e in Croazia durante la guerra, vent’anni fa, – aggiunge, ricordando tra l’altro che il ventennio dalla guerra cade proprio in questi giorni – 5 o 6 missioni in Africa: in Ruanda e Benin. L’Africa mi ha segnato, – dice – è nel mio cuore. In Kosovo e in Bosnia, invece, ho conosciuto davvero la cattiveria dell’uomo. In Albania sono andato ad aiutare in un campo profughi, era la Missione Arcobaleno gestita dalla Protezione Civile della Regione Lombardia…ricordo che i profughi erano trattati come animali, dormivano sotto le tende in mezzo al fango”. Già volontario nel Soccorso Alpino e nella Protezione Civile, nel ‘95 ha fondato l’Associazione Volontari Protezione Civile di Abbiategrasso, scioltasi anni dopo, con cui si sono avviati importanti interventi durante calamità come il terremoto in Umbria o la tracimazione del Po. Ci lasciamo volentieri coinvolgere dai racconti di Giovanni che ci mostra le sue imprese aiutandosi con fotografie, lasciando trasparire le sue emozioni. E ad ogni racconto, nonostante si tratti di imprese lontano da casa, il pensiero si posa sulla sua famiglia, a cui è molto legato. “Quando partivo – dice – lasciavo a casa una giovane moglie con 4 figli, è una grande donna che si è sempre dimostrata tenace e coraggiosa, tanto merito è suo!”. L’amato Alpino ha cominciato a fare il carrozziere dopo la scuola dell’Obbligo, prima da un amico e poi nella carrozzeria di famiglia, nata con lui. “Mio figlio Paolo vi lavorava con me – ricorda- fino a sei anni fa, quando ha perso la vita…attualmente siamo io e mia figlia con 10 collaboratori.. finchè riesco non mi arrendo”. Un’altra dimostrazione della sua grande determinazione. Sempre il 2 giugno, tra l’altro, davanti a una piazza Castello gremita di gente, nel corso del concerto “Penne e Piume al vento”, che unisce Alpini e Bersaglieri e che a grande richiesta quest’anno ha fatto il bis, il sindaco Pierluigi Arrara ha riconsegnato l’onoreficenza a Giovanni, un uomo dalla forte sensibilità e dalle cui virtù dovremmo nutrire i nostri ragazzi. Un esempio per tutti noi. E.A.
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