ABBIATEGRASSO – Il Consiglio comunale di lunedì 6 novembre si è aperto con le relazioni degli studenti che la scorsa primavera hanno partecipato alla visita ai campi di sterminio nazisti, con la delegazione comunale che ogni anno organizza questa importante iniziativa. Coordinati dalla prof.ssa Paola Vignati, gli studenti delle varie scuole cittadine hanno riferito le loro riflessioni sull’esperienza vissuta. Una sapiente regia ha intercalato la lettura di brani toccanti come quello tratto da ‘Se questo è un uomo’ di Primo Levi, alle immagini crude di quel che rimane dei diversi luoghi in cui si è consumato l’eccidio di centinaia di migliaia di persone inermi, di ogni età. Atrocità disumane che hanno molto colpito tutti i ragazzi che hanno raccontato le loro emozioni. In diversi hanno detto di essere passati dalla felicità nell’apprendere di essere stati indicati, per merito, dai loro insegnanti nel gruppo dei partecipanti, alla pena provata nei luoghi tetri in cui gli ex deportati sopravvissuti hanno raccontato loro le atrocità subite. Anche chi si era preparato, documentandosi il più possibile prima della visita, ha riferito di aver provato emozioni “che neanche sospettavo di poter provare, è cambiato il mio modo di vedere le cose, ho capito quanto siamo fortunati”. Un’altra ragazza della scuola Media Europea: “Un viaggio indimenticabile, un dolore cieco, ma una bella esperienza perché condivisa con dei coetanei”. Riflessioni profonde come quella di Caterina, che ha detto: “Ho riflettuto a lungo, mi sono scontrata con la realtà, prima non ne volevo sentir parlare perché troppo doloroso, ma era sciocco, era per non soffrire. Sono più d’accordo con Primo Levi che sosteneva ‘non dimenticare per non ripetere’ che con Quasimodo che sosteneva il contrario, ‘dimenticare per non ripetere’”. Eleonora dell’Alessandrini: “Una realtà che sembra lontana ma è così vicina, il passato non può cambiare ma il presente sì”. Andrea, colpito soprattutto da un messaggio lasciato da un prigioniero: “Se Dio esiste deve chiedermi perdono, mi ha fatto riflettere sul valore della vita e ho capito che è mio dovere impegnarmi nel piccolo”. Molto apprezzate anche le descrizioni che hanno accompagnato la visione dei diversi luoghi, come la storia del castello di Harteim con uno spazio ora dedicato alla memoria delle 30.000 persone che vi han trovato la morte o un sottocampo di Mauthausen con gallerie sotterranee dove i prigionieri, trattati come schiavi, producevano armi. L’obiettivo era la disumanizzazione delle persone, luoghi dove era proibita anche la solidarietà. Un’esperienza che Francesco ha riassunto infine con “io non dimentico”. Il sindaco Nai, che tempo fa aveva partecipato alla stessa iniziativa dedicata alle scuole “Per non dimenticare”, si è detto “molto colpito dalla profondità di pensiero dei giovani intervenuti” e ha convenuto che “è compito dei più giovani tramandare, l’Amministrazione comunale continua queste attività dedicate ai ragazzi delle nostre scuole”. E.G.
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