ABBIATEGRASSO – Mentre arrivava l’eco di musiche e del trambusto delle molte manifestazioni organizzate per un venerdì sera della “Città che ti piace”, si è tenuto nella bollente aula consiliare del Castello l’incontro organizzato dal Movimento 5 Stelle sulla sanità, con il senatore Luigi Gaetti perché ne parlasse a livello nazionale e con i consiglieri regionali Stefano Buffagni e Paola Macchi, a conoscenza di quanto avviene in Lombardia e sul nostro territorio. L’aula non era affollata come il giovedì precedente, per l’assemblea pubblica organizzata per consegnare le quasi 10.000 firme per  conservare e potenziare i servizi del “Cantù” al direttore generale della nostra azienda ospedaliera e sapere da lui qual è il futuro dello stesso ospedale, ma i presenti si sono dichiarati più soddisfatti  per la chiarezza e la qualità delle informazioni ricevute. Informazioni date con il supporto di slide commentate dal portavoce cittadino Mohamed Mouslih, con numeri e argomentazioni frutto di un lavoro di indagine e conoscenza della realtà sanitaria locale. Non sono mancate critiche e provocazioni come la foto che ritraeva il 19/12/2013 all’inaugurazione del primo dei tre nuovi padiglioni, per cui sono stati spesi 17 milioni di euro, il sindaco Arrara al taglio del nastro con l’ass. Mantovani “poi finito in galera perché sindaco corruttore, ora siamo nel 2016 – ha detto Mouslih – e si parla di chiudere il P.S., qualcuno dice che non ci sono le competenze. Qualcuno sta pilotando una politica a favore di altri ospedali… Abbiategrasso è ultima per investimenti ma la città deve crescere e la responsabilità è anche di chi non protesta… non ci stiamo a subire l’ennesimo scippo ad Abbiategrasso”. Paola Macchi, che fa parte della Commissione regionale che ha messo mano alla riforma, ha spiegato che per ora ci si è limitati alla governance, all’organizzazione degli ospedali a cui da 20 anni la Regione Lombardia dedica attenzione e risorse trascurando il resto, vedi la salute mentale o la cronicità, vissuta praticamente a casa. Dei 18 milioni annui spesi per la sanità, molto è andato a strutture private accreditate, cresciute con soldi pubblici. Tra le molte criticità riscontrate dai 5 Stelle anche “la preoccupazione per i presidi considerati minori con servizi, vedi per il nostro P.S., che dicono che mettono a rischio i pazienti per ottimizzare le risorse, prima vengono i soldi mentre la salute perde servizi, ma quello che deve tornare è la salute prima dei conti”. I consiglieri del M5S intendono impedire che l’assistenza domiciliare finisca completamente in mano a privati,  molte le cooperative che non funzionano ma rischiano di dettare legge. Stefano Buffagni invece ha parlato delle ricadute della riforma sull’ospedale di Abbiategrasso, una città inserita in un’Azienda ospedaliera con 4 ospedali in un’area molto vasta, in una zona però considerata meno interessante  anche elettoralmente perché meno popolata, ma con un ospedale da considerare strategico anche per il circondario. “Si vogliono chiudere i P.S. perché non rendono, quello del Cantù verrà sicuramente chiuso e si vuole che si chiami il 118 che porta all’ospedale di Magenta. Il rischio è che non venga garantito neanche il punto di primo intervento che può stabilizzare il paziente. Lombardo ci ha detto che vuole utilizzare lo spazio del P.S. per degli ambulatori e che si vuole migliorare le eccellenze. Ma al di là della filosofia ci sono i problemi reali, di tante risorse da distribuire ad Abbiategrasso è stato destinato 0, perchè è stato detto che è già stato speso molto per le opere murarie ma per i suoi servizi e gli ambulatori? Il M5S si rende disponibile per recuperare risorse da investire per il Cantù”. Il senatore Luigi Gaetti, medico anatomopatologo, ha descritto le linee guida della sanità nazionale “che toglie al pubblico per dare al privato, la diagnostica è in mano al privato, l’acuzie che costa di più è rimasta al pubblico. La grande sfida è la continuità assistenziale al malato cronico. Si prevede che non ci siano più le guardie mediche, che i medici di base si organizzino dalle 8 alle 20, poi entra in funzione il 118 che porta in P.S.” Questa previsione rende ancora più importante il P.S. notturno che ad Abbiategrasso si vuole chiudere. Il sen. Gaetti ha mostrato, con chiarezza, lucidità e grande passione per il suo lavoro di medico, le criticità e i pericoli della sanità italiana, diversa in ogni regione ma accomunata da comportamenti di cui diffidare, come la prescrizione di esami inutili. “Diffidate – ha detto – di chi fa la libera professione, spesso è vero che la parte più delicata del corpo umano non è il cervello o il cuore ma il portafoglio, spesso non venite curati voi ma il vostro portafoglio”. Tutto questo è inquietante ma come dargli torto? E.G.