ABBIATEGRASSO – A questo speciale compleanno abbiamo dedicato anche un filmato che trovate sulla nostra pagina Facebook, il negozio Della Grisa di corso XX Settembre ha festeggiato venerdì 6 ottobre 2017 i suoi 140 anni… almeno. Potrebbero essere anche di più, infatti la data corrisponde all’unico documento disponibile, il certificato di matrimonio contenuto nel registro parrocchiale del 1877 che annota il matrimonio tra Giovanni Della Grisa già canestraio e Marinoni Natalina. Il figlio Alfredo è subentrato al padre nel 1903, morto prematuramente nel 1945 come ricorda a sua volta il figlio Gianluigi, padre di Marco e nonno di Davide con cui si arriva alla quinta generazione. Un primato che davvero pochi possono vantare. Fino agli anni 60 il negozio è rimasto in corso XX Settembre ma occupava i locali di fronte che ora corrispondono al civico numero 20. “Si trattava di un laboratorio di cesteria dove – racconta nonno Gigi – intrecciavo i cesti con i rami di salice che raccoglievo in campagna, salici che ora possiamo ancora ammirare nella fossa viscontea, il periodo della raccolta era proprio questo, l’autunno, quando iniziano a cadere le frasche. La cesteria è un lavoro che si fa a mano e a piedi nudi perché i fondi della cesta si tengono fermi con i piedi. Facevo bricole per le ciliegie e tanti altri tipi di cesti, per esempio per trasportare polli al mercato che si teneva in vicolo Cortazza, dove le donne portavano uova e polli da vendere. Si usavano le bricole per raccogliere anche le frasche, non si buttava niente, servivano per il letto degli animali nelle stalle. I clienti erano ‘i paesan’, i contadini ma anche artigiani e commercianti, il panettiere metteva il pane nella gerla sulle spalle. Mia moglie Maria nel ’61 ha lasciato il lavoro al Battiloro per lavorare con me in negozio, è stata una valida collaboratrice e anche i figli Marco, Lucia e Giorgio mentre studiavano davano una mano”. Ha ricordi particolari? “Ricordo che quando nel 1937 mio papà ha aggiunto i giocattoli, era il tempo del duce e ci hanno concesso la licenza a patto che i giocattoli non fossero meccanici e metallici, perché questi materiali dovevano servire solo alla fabbricazione delle armi. Ho fatto anche parecchie ‘cavagne’ per la raccolta delle pannocchie, questo fino agli anni ‘50, poi sono andato a militare e nel frattempo è arrivata la plastica che ha sempre più sostituito il nostro lavoro di cesteria, negli anni ‘50 importavamo le poltrone in vimini dalla Cina. Negli anni ‘60 mi hanno invitato a scuola ad illustrare tra i lavori manuali anche l’intreccio dei cesti”. “Ora l’attività – dice il figlio Marco – si svolge in due negozi, di fronte c’è anche un’esposizione dedicata in particolare alla prima infanzia e… mio figlio Davide ha introdotto il computer nella gestione del negozio”. Dopo Giovanni, Alfredo, Gigi, Marco e Davide, cinque generazioni quindi e… non finisce qui, con i migliori auguri da tutti gli abbiatensi. E.G.
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