ABBIATEGRASSO – Un weekend ricco di eventi quello del 27 e 28 gennaio, grazie soprattutto all’associazione ANPI che, per celebrare la Giornata della Memoria, ha organizzato presso i sotterranei del Castello Visconteo la mostra “Omocausto”, il fumetto “Kukriniski” ed il “Concerto per la Memoria”. A distanza di 73 anni si vogliono ricordare le vittime dell’Olocausto, che non furono solo gli ebrei, segnalati con la stella di David, ma anche gli zingari distinti dal triangolo giallo, i traditori politici da quello rosso e gli omosessuali, uomini e donne, dal triangolo rosa per ridicolizzare la mascolinità. Il breve percorso storico vuole proprio rendere omaggio alla memoria di quelle persone le cui vite sono state spezzate inutilmente. Già nel 1871 esisteva in Germania una legge, detta “Paragrafo 175”, che riteneva l’omosessualità un crimine soggetto ad incarcerazione; per contro, in quegli anni nacquero dei comitati per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali. Il comitato, fondato nel 1900 dal dottor Hirschfeld, dai 70 iscritti iniziali arrivò ben presto a 48mila nel 1933, anno della salita al potere di Hitler. Quando l’ideologia nazista prese di mira anche gli omosessuali, iniziarono le persecuzioni, la cui prima vittima fu proprio Hirschfeld; essi vennero dichiarati “nemici del regime” e tutti i ritrovi più famosi, come l’Eldorado di Berlino, furono messi sotto controllo. Alcune testimonianze di ex deportati affermano come, in quegli anni, non si potesse avere alcun contatto fisico tra due uomini o due donne, poiché ogni gesto era visto come un’accusa. Ma il culmine della drammaticità fu raggiunto proprio all’interno dei campi di concentramento, dove tutti coloro che indossavano il triangolo rosa erano soggetti ad esperimenti aberranti, sia fisicamente che psicologicamente. Addirittura dopo la fine della guerra, essendo ancora in vigore il “Paragrafo 175”, molti omosessuali furono nuovamente incarcerati, fino all’abolizione dell’articolo nel 1994. In Italia, sotto il regime fascista, gli omosessuali venivano colpiti da tre tipi di provvedimenti: la diffida, l’ammonizione e, soprattutto, il confino, lontano da casa, in isole sperdute, come Ustica e le Tremiti, o in Sardegna, costretti al lavoro forzato nelle miniere di Carbonia. “Noi di ANPI abbiamo deciso di riportare alla memoria tutte le stelle dei campi, tutte le categorie perseguitate dal regime nazista; l’anno scorso abbiamo allestito la mostra sugli zingari, mentre quest’anno, grazie alla collaborazione con l’associazione milanese “Arcigay”, abbiamo portato ad Abbiategrasso la mostra sui deportati omosessuali – afferma Marco Garbi, presidente dell’ANPI – La volontà è quella di sensibilizzare l’opinione pubblica poiché, nonostante la discriminazione dell’Olocausto sia finita, sembra ad oggi che tutti i valori legati al nazifascismo stiano ‘tornando di moda’ e in particolare questa comunità subisce ancora una discriminazione ingiustificata”. In alcuni paesi infatti l’omosessualità è tuttora considerata un crimine punibile col carcere. Circa trecento i visitatori transitati tra la mostra ed il concerto organizzato nella serata di sabato, con musiche legate alla tradizione ebraica e rom. Un percorso necessario per non dimenticare migliaia di uomini e donne, il cui unico reato era quello di amare. I.S.