ABBIATENSE – Pubblichiamo un interessante contributo della dott.ssa Elisa Pagliarini, Medico Veterinario, sulla questione del ritorno del lupo nel Parco del Ticino, che sta sollevando un dibattito tra due linee di pensiero opposto, chi è preoccupato e chi invece lo vede come un ottimo segnale per l’ecosistema del parco. “Ho letto con attenzione l’articolo sull’avvistamento di un Lupo nel parco Ticino e non posso che esprimere un profondo biasimo per la scelta di pubblicare uno stralcio così lungo dell’intervento del professor Corti. – scrive la dott.ssa Pagliarini – Al di là della lunga digressione storica, che pare una tracotante elegia dello sterminio dei lupi, paragonati addirittura alle epidemie di spagnola, si è dato spazio solo alla sua voce, che offende chi, con semplice passione o con rigorosa ricerca scientifica, apprezzi la notizia del ritorno dei lupi.
A quelle notizie storiche potrei aggiungere che l’estinzione sistematica nella nostra zona è iniziata a seguito della vicenda della Bestia di Cusago che uccise una quindicina di bambini nell’estate del 1792, anche se non ci furono prove definitive che si trattasse di un Lupo, molti infatti descrissero una iena scappata da un circo itinerante.
La vicenda causò un tale scompiglio sociale, che si preferì estinguere ogni lupo, piuttosto che avere di nuovo un tale danno (le cacce organizzate distoglievano gli uomini abili dall’attività agricola e costavano parecchi soldi).
Nell’Articolo veniamo più volte definiti dal professore ‘lobby del lupo’ con un’arroganza degna dei peggiori blog di complottari. In vero esistono prove scientifiche, che il Corti ha omesso di riportare, secondo cui l’equilibrio tra lupi e le sue prede naturali, cinghiali ed ungulati (che devastano il territorio alimentandosi), è alla base dell’ecosistema: laddove erbivori ed onnivori distruggono sottobosco, rive e vegetazione, il lupo mantiene un equilibrio, eliminando l’eccesso di cervidi e cinghiali. E non posso che sperare che il Lupo rivolgerà presto la sua attenzione alle terribili nutrie, che allo stato attuale sono libere di proliferare, prive di qualsiasi predatore naturale.
Sarebbe stato più corretto da parte Vostra, a mio avviso, riportare anche un secondo parere, l’altra campana per così dire e lasciare spazio alla giusta informazione per fugare i dubbi e le paure delle persone: i lupi non sono aggressivi se non vengono minacciati o se non stanno soffrendo la fame.
Sono schivi, fuggono alla vista degli esseri umani e per questo sono meno pericolosi di un cane randagio inselvatichito, che conosce l’umano e non lo teme.
I lupi non portano più malattie di quante ne porterebbe un cucciolo di cane importato illegalmente dall’est Europa (eppure è un fiorire di commerci illegali di cuccioli), non sterminano per sadismo le greggi (e quando cacciano animali domestici, prendendo ciò che serve al branco in quel momento, gli allevatori vengono rimborsati dallo stato con sollecitudine e tra l’altro lo stato si occupa di smaltire le carcasse) e, soprattutto, non sono i mostri descritti dalle antiche cronache dalle quali sarebbe anche ora di affrancarsi. E’ accaduto che umani venissero attaccati. Accadrà ancora, così come accadranno morsi di squalo, attacchi di cinghiali e morsi di vipera e quindi? Sterminiamo ogni cosa che virtualmente può cagionarci la morte? Oppure possiamo accettare che la Terra non è nostra e che noi siamo solo dei parassiti su di essa e, in qualsiasi istante, la terra potrebbe darsi una scrollatina ed eliminarci, ripartendo con nuove specie dominanti: si chiama estinzione di massa ed è accaduta già diverse volte, basti pensare a Dinosauri.
L’ipocrisia – conclude la veterinaria – è di chi gridando ‘salviamo il pianeta’ in vero pensa a salvare l’habitat che ci permette di vivere, perchè il pianeta, anche se è dura ammetterlo, va avanti benissimo anche senza di noi. Siamo esseri dotati di raziocinio, potremmo abbassare la testa al fatto che se non stabiliamo un equilibrio tra quello che prendiamo al Pianeta e quello che doniamo, saremo sempre più poveri. Il Lupo ci arricchisce, migliora l’ecosistema e ci insegna una splendida socialità familiare fatta di condivisione ed altruismo, organizzazione e capacità di adattamento.
E quando ulula, cantando coi suoi simili, ci fa capire l’importanza del silenzio e dell’ascolto, laddove noi umani facciamo sempre, troppo, troppo rumore”.
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