ABBIATEGRASSO – “Dopo il rinvio in Commissione deciso mercoledì, ci sono ancora i margini per ottenere quello che i cittadini chiedono: la riapertura del Pronto Soccorso dell’ospedale Cantù anche nelle ore notturne. E’ una battaglia in cui credere. E da condurre insieme, ritornando ad ascoltare i territori”. Mario Mantovani, attualmente consigliere regionale di Forza Italia e Vicepresidente nonché assessore alla Salute della Lombardia dal 2013 al 2015, interviene sul tema politico su cui la politica abbiatense sta discutendo da mesi: il Pronto Soccorso e la sua riapertura, al centro del dibattito in Consiglio Regionale lo scorso mercoledì, con la mozione proposta da Fabio Altitonante che sarà ora al vaglio della Commissione. “Conosco l’ospedale di Abbiategrasso da molti anni e l’ho visitato più volte, seguito i lavori e inaugurato anche delle sale operatorie”, dice Mantovani. “Quando ero assessore ho sempre impostato la mia azione politica su un principio: la salute è al primo posto dell’azione politica. Quando si dice primo posto, significa che i servizi non vanno diluiti o ridotti, ma migliorati e ampliati. Rendendoli il più possibile a servizio del cittadino, specie dove avanza l’invecchiamento e i bisogni aumentano. E ad Abbiategrasso, come del resto Magenta, gli ultra 65enni superano ormai da anni il 25% della popolazione residente. E’ per questo che siamo di fronte a un’evidenza: il problema numero uno dei cittadini oggi è la salute, prima di ogni altro.  Nonostante i tagli del governo centrale alla Lombardia, in questi anni abbiamo sempre lavorato per tagliare spese inutili e incentivare la ricerca, migliorando la qualità del servizio socio-sanitario: questo ha consentito di avere una sanità di prim’ordine, e di consolidare il primato della Lombardia in tutta Italia. Detto questo, non possiamo far finta che ci sono alcuni aspetti della riforma sanitaria regionale che personalmente ritengo migliorabili: tutto è perfettibile, tanto più in un campo delicato come la gestione della salute”. E proprio in ordine alla qualità del servizio erogato nei nostri ospedali, Mantovani parla anzitutto della qualità del personale medico. “Conosco una buona parte dei medici attivi nei nostri ospedali, ne ho una grande considerazione e stima, cresciuta negli anni. E ho grande rispetto per il lavoro di alto livello che svolgono: farei fatica a distinguere dove sono i migliori. Quella che un tempo era l’Azienda Ospedaliera di Legnano ha una qualità media elevata, in questo senso. Vanno razionalizzati i servizi? Certo. Ma in una città di 32mila abitanti non si può chiudere un Pronto Soccorso di notte. E’ intollerabile, nella sostanza e nel metodo. E dico che si tratta di un tema che andava affrontato coi rappresentanti istituzionali e il dialogo, non con un’azione repentina. Ero sindaco di Arconate quando fu chiuso il Pronto Soccorso di Cuggiono di notte, ma Cuggiono è un piccolo ospedale di una piccola cittadina da neppure 10mila abitanti. Chiudere il Ps in una città come Abbiategrasso è una violazione dei più elementari principi di cura. In una Asst di 470mila abitanti possiamo pensare di avere solo 2 Ps, ossia Magenta e Legnano? Parliamo di un territorio dove insistono delle autostrade, il che  ovviamente accresce le potenziali emergenze. C’è inoltre una alta densità abitativa. Il Ps di Magenta l’ho visitato nelle ore notturne: quello pediatrico è spesso affollato, quello per adulti aveva invece circa  20 persone in attesa. Mentre a Legnano l’attesa può durare delle ore. Cosa fare, quindi? Ad Abbiategrasso non basta un pronto soccorso di emergenza urgenza, ma un Ps con tutti i requisiti.  Dobbiamo farlo funzionare come un classico Pronto Soccorso con  alle spalle una struttura ospedaliera. Non basta un servizio di carattere ambulatoriale”. Cosa farà, adesso, in Commissione Sanità del Pirellone? “In Commissione mi batterò perché il Ps riapra, dopodiché se un caso grave dovesse essere dirottato a Magenta non sarà un problema, dal momento che questo già avviene. Non possiamo invece permettere che la chiusura del Ps di Bià diventi la strada per declassare l’ospedale. Abbiategrasso non può permettersi questo smacco. Il problema- come sempre accade, in questi casi- è la politica che non conosce il territorio e la gestione decisa a livello aziendale. Lasciate, nello specifico, che rimpianga la dottoressa Carla Dotti, con cui non credo che la chiusura sarebbe avvenuta. Detto questo il mio impegno rimane, ogni giorno e in ogni momento; organizzeremo presto un incontro, se necessario anche delle mobilitazioni assieme ai cittadini. E da ultimo credo di poter essere ottimista: il presidente della Regione, Roberto Maroni, è assolutamente disponibile a riaprirlo. Pertanto, dobbiamo creare le condizioni perché questo avvenga. Ed è possibile farlo. Come? Con gli strumenti della buona politica, non servono trucchi o altro”.