ABBIATEGRASSO – Il funerale di Giovanni Bolciaghi, 76 anni, si è celebrato oggi, martedì 17 gennaio, alle 9.30 nella basilica di Santa Maria Nuova. La notizia della sua morte, all’alba di domenica 15 gennaio, è circolata velocemente in città, dove Gianni era molto conosciuto sia per la sua attività, era titolare della carrozzeria di via Tobagi, che per il suo impegno nel sociale. Grande amico dei Vigili del Fuoco di Abbiategrasso, che proprio lo scorso 4 dicembre, in occasione della Festa di Santa Barbara, lo avevano insignito di una targa di ringraziamento per quanto fatto per la caserma di via Trento e i mezzi dei pompieri, in azione ogni giorno per salvarci da pericoli. Anche il sindaco Pierluigi Arrara l’ha ricordato con affetto: “Oggi Abbiategrasso può dirti solo così: ‘GRAZIE’. Grazie della tua forza, del tuo coraggio, della tua generosità, della tua solidarietà; sei stato un grande esempio per tutti, un grande cittadino e un grande uomo!”. Molto legato ai pompieri, ma anche agli Alpini di Abbiategrasso, Gruppo di cui faceva parte come Alpino e corista. Così è stato ricordato dal Capogruppo Alfonso Latino: “Oggi il nostro grande alpino Giovanni Bolciaghi è andato avanti. Rimarrà in noi il ricordo del suo esempio, del suo operare, senza per forza dover apparire. Grazie Giovanni!” Anche l’assessore Emanuele Granziero ha rivolto un pensiero a Gianni Bolciaghi, ricordando un importante momento che lo ha visto protagonista, quando fu insignito del titolo di cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, il 2 giugno 2015, giorno del concerto degli Alpini e dei Bersaglieri. Bolciaghi si era contraddistinto anche per l’impegno civile a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali, e per questo il Rotary Club Abbiategrasso lo aveva premiato con l’ambita Paul Harris Fellows. In tanti lo piangono e lo ricordano come persona disponibile e pronta ad aiutare chi avesse bisogno, sia in Italia che all’estero. Se n’è andato, dopo aver affrontato con coraggio la malattia. Per ricordarlo, citiamo un articolo pubblicato sul nostro sito (www.ecodellacitta.it) il 17 giugno 2015, in cui Gianni si racconta: “Ho cominciato a trent’anni con le missioni umanitarie, a quei tempi non esisteva la Protezione Civile, eravamo volontari allo sbando, non c’erano coperture.. per esempio per il terremoto in Friuli, nel ’76, siamo partiti ‘allo sbaraglio’…lo facevamo per solidarietà. Ho fatto circa 40 viaggi umanitari in Bosnia e in Croazia durante la guerra, vent’anni fa, 5 o 6 missioni in Africa: in Ruanda e Benin. L’Africa mi ha segnato, è nel mio cuore. In Kosovo e in Bosnia, invece, ho conosciuto davvero la cattiveria dell’uomo. In Albania sono andato ad aiutare in un campo profughi, era la Missione Arcobaleno gestita dalla Protezione Civile della Regione Lombardia…ricordo che i profughi erano trattati come animali, dormivano sotto le tende in mezzo al fango”. Già volontario nel Soccorso Alpino e nella Protezione Civile, nel ‘95 ha fondato l’Associazione Volontari Protezione Civile di Abbiategrasso, scioltasi anni dopo, con cui si sono avviati importanti interventi durante calamità come il terremoto in Umbria o la tracimazione del Po. “Quando partivo – dice – lasciavo a casa una giovane moglie con 4 figli, è una grande donna che si è sempre dimostrata tenace e coraggiosa, tanto merito è suo!”. L’amato Alpino ha cominciato a fare il carrozziere dopo la scuola dell’Obbligo, prima da un amico e poi nella carrozzeria di famiglia, nata con lui. “Mio figlio Paolo vi lavorava con me – ricorda- fino a sei anni fa, quando ha perso la vita…attualmente siamo io e mia figlia con 10 collaboratori… finché riesco non mi arrendo”… La città gli ha dato l’ultimo, commosso saluto, con l’unica consolazione che ora possa riabbracciare in cielo l’amato figlio Paolo. S.O.