ABBIATEGRASSO – Nuove tecniche di chirurgia mini invasive, il tema proposto per la serata del 21 febbraio, tema affrontato da un’eccellenza dei nostri ospedali, il dott. Giuliano Sarro che dirige i reparti di Chirurgia di Magenta e Abbiategrasso. Ad una preparazione accademica di alto livello e a diverse specializzazioni  si è aggiunta l’esperienza di ca. 12.000 interventi, è stato tra i primi ad osare e ad usare le nuove tecnologie nella pratica clinica. Dopo un personale omaggio a un suo maestro presente tra i convitati, il dott. Gianfranco Ticozzelli, il dott. Sarro ha iniziato l’appassionante racconto di come è cambiata la chirurgia, ora tecnologicamente dipendente. Contemporaneamente è però cambiato anche il ruolo del medico sempre più consapevole che la chirurgia non è una scienza esatta, che non si può garantire il risultato perché ogni malato è diverso dall’altro, “così come si costruisce l’abito su misura in sartoria, su ogni paziente si costruisce l’intervento”. Al trattamento più efficace il buon medico aggiunge la sua umanità, che gli fa prendere a cuore il paziente che si affida a lui, che mette nelle sue mani la propria salute. Aggiornarsi, non mettere mai di studiare sono gli altri ‘ingredienti’ indispensabili per una professione che sempre più dipende dalla tecnologia. Una tecnologia che ha ridotto i tempi di ospedalizzazione e di guarigione, grazie anche ai robot sempre più diffusi. La prima laparascopia  risale al 1983, ad Abbiategrasso e a Magenta ora è possibile già in 3D e nei nostri ospedali si effettua anche al posto della colonscopia quando presenta rischi particolari, una Tac virtuale in cui si possono valutare polipi e tumori. Interventi clinici che prima si effettuavano a ‘pancia aperta’ ora si possono fare con piccoli buchi in laparascopia. L’ospedale di Abbiategrasso è fornito di un ecografo nuovo, aggiornatissimo. Ormai è possibile quella che si può definire ‘una chirurgia senza cicatrici’. La proiezione di uno spezzone del filmato di uno dei 2 interventi (la riduzione di un obeso e l’asportazione di un tumore al colon)  condivisi in diretta con 3.000 chirurghi convenuti da tutto il mondo a Roma per un convegno internazionale ha trasportato letteralmente i presenti nella sala operatoria dell’ospedale di Abbiategrasso. Una delle 4 sale operatorie multimediali, tra le più innovative in assoluto, con monitor appesi che trasmettono anche immagini delle indagini fatte. Interventi in laparascopia con strumenti che divaricano ed entrano, che permettono la coagulazione con radiofrequenza e ultrasuoni. E’ stato possibile seguire il bisturi mentre procedeva  grazie alla maestria del dott. Sarro, con precisione e delicatezza, senza sanguinamento, quindi con una visione nitida e non offuscata. Tre soli buchi per entrare, evitando un lungo taglio. Ora addirittura le colicisti o le cisti ovariche si operano con il metodo SILS, ovvero con un solo buco di ca.1 cm e mezzo, ottenendo un migliore risultato estetico e funzionale, insomma con la magia di una chirurgia che non lascia traccia. Una strada tracciata per il futuro da cui non si torna indietro, la telechirurgia, la tecnica operatoria a distanza con cui il chirurgo opera il paziente attraverso un robot che riproduce le sue manovre, non sono più fantascienza ma una realtà in continua evoluzione, tra i pionieri della nuova chirurgia il dott. Sarro grazie alla tecnologia dell’ospedale Cantù. E.G.