ABBIATEGRASSO – E’ rimasta in mezzo a noi, cittadini abbiatensi a lei molto devoti, per due settimane, in fondo alla navata destra della chiesa di Santa Maria Nuova, dove ogni giorno non solo i grandi le hanno rivolto suppliche e invocazioni, ma anche i piccoli si sono recati davanti alla sua immagine per innalzarle le loro preghiere, scritte su tanti bigliettini colorati a formare un grande cuore.

Ha vissuto con noi i giorni della Festa Patronale, è stata accompagnata dai fedeli nella processione serale per le vie della città, una bella tradizione che dopo tanti anni ancora si conserva.

Mercoledì scorso, infine, la statua della Madonna Addolorata ha fatto ritorno nella cappella a lei dedicata nel quadriportico della Basilica, dopo la celebrazione alle 9.30 della S. Messa, in cui Mons. Innocente Binda ha ricordato nell’omelia la figura dell’evangelista Luca, indicato nel calendario liturgico come santo del giorno: “Medico ad Antiochia, persona preparata, colta, ha conosciuto il Vangelo dai cristiani fuggiti da Gerusalemme e dalla Palestina perché perseguitati dal Sinedrio e dai Romani.

Da questi discepoli, da S. Paolo e da Maria ha appreso la vita di Gesù, i particolari sulla nascita e sull’infanzia. Nel suo Vangelo sono presenti le parabole più belle della misericordia del Padre, ci comunica il grande amore per il mondo dei sofferenti. Un uomo cui dobbiamo molto: tante informazioni le sappiamo dal suo Vangelo e dagli Atti degli Apostoli”. Monsignore ha poi concluso invitando a “sentirci sempre e dovunque annunciatori di Gesù, come quei 72 discepoli da lui designati, a preparargli la strada perché possa arrivare ancora oggi al cuore di noi tutti”.

Al termine della S. Messa, una breve processione ha accompagnato il simulacro della Vergine lungo il percorso nella navata centrale e fuori dalla chiesa nel cortile verso la cappella, in cui ha fatto il suo ingresso con qualche faticosa manovra attorno al carro che la trasportava. Lì i fedeli le hanno rivolto un’ultima preghiera e un ultimo saluto.

Quest’anno non si è potuto assistere al riposizionamento della statua nella sua nicchia posta in alto, grazie a un vecchio argano che la fa scorrere lentamente lungo un binario, meccanismo che un gentile parrocchiano ci ha fatto vedere e che qualche giovane dell’oratorio, ci è stato riferito, avrebbe imparato a manovrare nei giorni seguenti.

Così l’Addolorata, in attesa che i giovani imparassero, ne avrà approfittato per restare ancora un po’ in mezzo ai suoi devoti fedeli abbiatensi. M.B.