ABBIATEGRASSO – La serata conviviale di domenica nell’ex chiesa dell’Annunciata si è aperta con la presentazione del presidente della Casa di Riposo Città di Abbiategrasso, avv. Paolo Bonecchi, che ha ringraziato i numerosi presenti per la partecipazione alla cena destinata al progetto “Arte Terapia” con l’obiettivo di stimolare i pazienti, un modo di esprimere le proprie emozioni attraverso la forma più elementare e diretta: l’arte. Primo a prendere parola il sindaco Nai, che ha elogiato la Casa di Riposo. “Una risorsa importante che offre ottima accoglienza e assistenza e alla professionalità aggiunge molta umanità” dopo l’aperitivo e un intermezzo musicale, lo storico Mario Comincini che ha contribuito al libro collettivo “Inedito”, presentato durante la serata, ha portato anche un prezioso contributo tratteggiando la storia della Casa di Riposo. Una storia che risale nientemeno che al ‘300, quando gli abbiatensi istituirono un luogo pio per malati, indigenti, anziani, un ente che come, risulta documentato, esisteva già nella seconda metà del 300 fino al 1862 quando i luoghi di carità vengono unificati nella Congregazione di Carità per avere una gestione più uniforme. Questa Congregazione gestisce due opere pie, nel 1886 il ‘Ricovero dei mendicità’ grazie al lascito del colonnello medico Ambrogio Binaghi, con sede in via Misericordia e nel 1903 il ‘Ricovero per i cronici’ grazie al lascito dei coniugi Annunziata Bezzeri e Antonio Reale. Nel 1882 si aggiunge il lascito di Costantino Cantù per l’ospedale. Del suo patrimonio fa parte il palazzo che era in via Cantù, nel 1910 quando fu costruito l’ospedale in piazza C. Mussi, nel luogo attuale, il palazzo divenne ricovero per i cronici chiamato ‘i vigiun’, nel 1965 fu poi demolito per lasciare spazio alla galleria Europa e la Casa di Riposo fu trasferita in Strada Cassinetta dov’è tuttora. Antonio Reale è l’abbiatense che nel 1890 ha acquistato il complesso dell’Annunciata. Iniziano da quel momento i suoi interessanti carteggi con la Prefettura a cui comunica l’acquisto di un immobile con pitture interessanti, affreschi di scuola leonardesca. Per conservarli al meglio, non vorrebbe affittare e chiede una riduzione delle tasse. Ottiene esattamente il contrario, le tasse aumentano da 1.500 a 2.200 lire. Per diversi anni continua la diatriba, nel 1898 fa testamento e lascia tutta la proprietà per i cronici. Alla sua morte la Congregazione di Carità, nonostante un codicillo del testamento che impone l’adeguata conservazione delle pitture, affitta subito l’Annunciata, frazionata in 70 locali, a un caseificio. Bertoglio Pisani, appassionato di antichità, chiede alla Prefettura che venga rispettata la volontà del donatore, inizia un contenzioso che si conclude con la rinuncia da parte di tutti i contendenti. La storia è stata raccontata e corredata da slides, interessanti anche le ultime immagini con cui Comincini ha mostrato accanto alla Cappella Maggiore del cimitero, la cappella della famiglia di Antonio Reale a cui si deve la nascita della Casa di Riposo. La cappella, nonostante il suo pregio architettonico, versa in cattive condizioni per incuria e mancata manutenzione, ora si porrà rimedio, si spera, per assolvere a un obbligo di riconoscenza che la città deve a questo suo generoso benefattore. Quattordici, il numero degli autori che hanno partecipato all’ “Inedito” provenienti dai comuni del Sud Ovest Milanese, cinque di questi eseguiti da giornalisti e scrittori di Abbiategrasso tra cui Enrica Galeazzi, Mario Comincini, Alberto Marini, Franco Mauroner e Marco Aziani. Proprio quest’ultimo, introdotto da Giorgio Villani, ideatore del progetto editoriale, è intervenuto durante la serata. “Il mio racconto – ha detto- ha a che fare con l’attesa, si intitola ‘Rosa di maggio’ e ha come sfondo il momento della partenza della tappa del giro d’ Italia. È una storia d’amore perduto e forse ritrovato”. La cena conviviale è poi proseguita tra portate e intermezzi musicali fino all’intervento di Enrica Galeazzi, il cui racconto è tratto dal diario tenuto da Lidiana, novantenne ospite della Casa di Riposo. “Lidiana non è solo la protagonista del testo ma anche l’autrice, ho scelto alcuni pezzi del suo diario per creare il racconto. – continua la giornalista – Ringrazio Ivana Porro, responsabile servizi sociali della Casa di rRposo, che mi ha fatto conoscere Lidiana e il suo diario che mi ha chiesto di valorizzare. In concomitanza è arrivata l’invito a partecipare al libro colletivo ‘Inedito’, ho pensato di unire le due cose e il risultato è ‘Lidiana, una vita’. Racconti di imbarazzo e di sentimenti che si susseguono nelle giornate talvolta soleggiate, talvolta uggiose passate nella struttura di Strada per Cassinetta. “Attraverso questo flusso di pensieri possiamo riconoscere che la vita è un dono sempre” conclude la giornalista. Il ricavato proveniente dalla vendita del libro sarà interamente devoluto al progetto. Un’ottima serata che ha unito tante personalità di lustro abbiatensi con un unico obbiettivo, fare beneficienza ad una delle realtà più importanti del nostro territorio: la Fondazione Casa di Riposo. I.S.
Nessun commento