ABBIATEGRASSO – Luca Tomiò, storico dell’arte “specializzato in Leonardo da Vinci”, autore di diversi approfondimenti sul genio che tutto il mondo celebra nel 500entenario della morte, ha tenuto un interessante incontro domenica 17 novembre al Castello di Abbiategrasso. Il prof. Tomiò è stato invitato soprattutto per parlare dei tanti elementi che legano Abbiategrasso a Leonardo da Vinci e le aspettative non sono andate deluse. Da esperto nella lettura dei paesaggi ritratti nelle opere di Leonardo, la sua analisi di disegni e documenti dell’epoca, ha affascinato e convinto i numerosi presenti che la donna ritratta nel celebre dipinto “la Gioconda” non può che essere Isabella d’Aragona Sforza, moglie di Gian Galeazzo Maria, nato nel Castello abbiatense il 20 giugno 1469, data impressa nelle mura. Un incontro che anticipa l’ultimo weekend del mese in cui si terrà la rassegna Abbiategusto, infatti alla conferenza è seguito un aperitivo con il formaggio Montebore e vino Malvasia, strettamente legati a Leonardo, il formaggio a forma di torta nuziale è stato proposto dallo stesso Leonardo che ha curato la festa nuziale per il matrimonio tra Isabella d’Aragona e Gian Galeazzo Sforza a Tortona nel 1489. Luca Tomiò ha corredato il suo racconto proiettando un copioso materiale iconografico sia sui luoghi lombardi facilmente riconoscibili nei dipinti di Leonardo sia con disegni e dipinti per arrivare all’identità di Monna Lisa. Quattro le ipotesi accettate e quella che identifica la Gioconda con Isabella d’Aragona, proposta dal relatore, è sempre più accreditata e condivisa. Quasi una certezza per chi ha ascoltato e seguito il percorso proposto dallo storico dell’arte. Del prezioso dipinto il Louvre ha accertato quattro strati diversi con modifiche apportate nel suo ultimo ventennio di vita. Sono stati analizzati l’impostazione, dalla postura del dipinto, alla balaustra, le colonne, l’abito, la postura, il paesaggio, tutti elementi sottoposti a modifiche nelle velature successive, molti gli indizi che fanno ritenere il dipinto ‘lombardo’. Oltre all’abito senza dubbio sforzesco indossato dalla donna ritratta che porta il velo da lutto e Isabella d’Aragona è rimasta vedova quando il marito è morto avvelenato probabilmente dallo zio Ludovico il Moro, il paesaggio riprende il Resegone. Tanti i disegni di Leonardo che dimostrano quanto conoscesse bene la zona, dalla Valsassina, dalla Grigna all’Adda, nel 1506 si occupava anche di opera idrauliche. Nel paesaggio alle spalle della Gioconda il dettaglio del ponte che congiunge due zone molto scoscese è riconoscibile la valle dell’Adda. Della Gioconda esistono altre copie, in quella custodita al Prado, opera di un allievo che ha lavorato accanto al Maestro, quando è stata ripulita, ha svelato tutti gli interventi che lo stesso Leonardo ha apportato nel suo dipinto originale a cui ha lavorato a Vaprio d’Adda dopo il 1508 ritraendo la realtà che lo circondava. Monna Lisa è quindi un pezzo della nostra storia poiché Isabella d’Aragona dopo il matrimonio ha abitato proprio nel castello abbiatense. Il prof. Tomiò si è complimentato con l’Amministrazione comunale che ha unito la conferenza con il momento esperienziale della degustazione di prodotti eccezionali citati dallo stesso Leonardo. Ha inoltre sollecitato a considerare il turismo come il petrolio italiano, le nostre metropoli sono over booking e anche i nostri territori ricchi di storia e bellezza devono imparare a proporsi a livello internazionale. Leonardo da Vinci è patrimonio di tutti, ma nel mondo in troppi ancora pensano che sia francese, perché la Francia non perde occasione per valorizzarne la figura, le sale a lui dedicate all’Ermitage di San Pietroburgo attraggono 3.000 cinesi al giorno, inutile aggiungere che fare rete con Vigevano, Pavia, Milano, con tutto il territorio intorno, in cui Leonardo ha vissuto, studiando canali, marcite, il paesaggio e proporre di venire a scoprire le tracce lasciate, possa diventare un investimento proficuo. E a proposito di paesaggio, utile e interessante la Guida tascabile di Luca Tomiò “Leonardo e i paesaggi di Lombardia, vie d’acqua e di montagna”, promosso dalla Fondazione Lombarda per l’Ambiente. Enica Galeazzi
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