ABBIATEGRASSO – Per il Giorno della Memoria Anpi di Abbiategrasso in collaborazione con l’Accademia Viscontea ha presentato sabato 30 gennaio presso i locali della Cooperativa Rinascita il concerto multimediale “Il violino del lager” musica e politica dal fascismo alla shoah. Maurizio Padovan, musicista, storico della musica e della danza, violinista che ha inciso dischi e tenuto corsi musicali e centinaia di concerti in Italia e all’estero, ha incantato i presenti con una lezione sulla storia della musica nella società del periodo che va dal 1938 al 1945. Oltre all’esecuzioni musicali con il violino, racconti e filmati hanno rivelato aspetti curiosi e inediti sugli aspetti della cultura e della politica delle dittature nazi-fasciste e gli orrori dei campi di concentramento. Nel 1938 furono promulgate le “leggi razziali” contro gli ebrei, la Germania annette l’Austria mentre l’Italia vince la coppa del mondo di calcio. Un senso di euforia veicolata dalle canzoni del Trio Lescano induceva ad una visione leggera e allegra della vita. Eppure ci sono tutti gli elementi che porteranno alla grande tragedia che fu la Seconda Guerra Mondiale. La musica nei lager assunse un ruolo fondamentale nell’esaltazione dell’orrore e nell’annientamento della dignità umana. La musica era suonata di continuo e scandiva il ritmo incalzante della vita di un prigioniero durante le adunate, ma soprattutto nel corso delle esecuzioni, quando, a seconda del campo di concentramento, un’orchestra costituita da detenuti oppure da un singolo solista accompagnava l’evento col cosiddetto “Tango della morte”. Era questo un palese insulto alla dignità dell’individuo, che preludeva all’annientamento pressoché totale della sua personalità. A Terezin, il ghetto-lager costruito dai nazisti a scopo propagandistico per mostrarlo alla Croce Rossa dove furono rinchiusi prima di essere inviati ad Auschwitz numerosissimi intellettuali, letterati, artisti, musicisti, furono create opere musicali straordinarie. La musica veniva suonata dalle orchestre dei prigionieri per allietare i loro aguzzini: i canti e i brani erano composti per sottolineare i vari momenti della vita del campo, comprese le impiccagioni, che erano sempre accompagnate dall’orchestrina dei prigionieri. Serata molto curata nei testi e, nonostante la durezza dei temi, Maurizio Padovan è riuscito a trattare l’argomento catalizzando l’interesse del pubblico. Naomi Contiero
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