GAGGIANO – Come ogni grande evento storico e sociale, la pandemia di Covid-19 è trattata, a livello mediatico, tramite precise narrazioni che col passare del tempo diventano evidenti e spesso ridondanti. Il primo lockdown, in particolare, ha sviluppato casistiche narrative singolari diventate oramai celebri, una di queste è la lode all’impegno del personale sanitario. Medici, infermieri e operatori sanitari sono spesso dipinti come eroi o angeli, a volte con toni melodrammatici. Il problema è che, spesso, le parole non sono sostenute dai fatti e il settore è stato spesso dimenticato nel momento in cui aveva a sua volta bisogno di aiuto da parte delle istituzioni, causando sdegno e protesta, come è successo a Torino nell’aprile dello scorso anno, con un flash mob di medici e infermieri muniti di cartelloni recitanti la frase “Eroi nei titoloni…trattati da straccioni!”. Un ruolo importante, ma spesso sottovalutato, è quello dei volontari che, attraverso il loro contributo, hanno alleggerito il carico di lavoro sulle spalle degli ospedali. Abbiamo intervistato Sergio e Gabriele, due soccorritori della Cooperativa ATA Soccorso nella nuova sede di Vigano Certosino, per avere una testimonianza senza filtri della loro esperienza. Come sono cambiate per voi le cose, a seguito dello scoppio della pandemia? “Noi prevalentemente facciamo TSS, trasporti sanitari semplici, non emergenze, pazienti dializzati o pazienti che hanno bisogno di fare visite nei vari ospedali. Ovviamente trasportiamo anche pazienti Covid, dal domicilio agli ospedali o viceversa, perciò ci assumiamo anche dei rischi maggiori rispetto a prima, però c’è bisogno che qualcuno lo faccia. Sergio: facevo questo lavoro già nel 2016 e ho ripreso in questo periodo, il momento migliore per ricominciare (ride n.d.r), forse è davvero il momento migliore, quando c’è più bisogno”. Qual è la risposta delle persone verso il servizio che offrite? “In generale è positiva, diciamo che nel nostro lavoro, come in tutti gli altri, capita sempre che nascano incomprensioni (ride n.d.r.), ricordiamoci che sono servizi garantiti dall’ATS in modo gratuito e, nella maggior parte dei casi, forniti da volontari, la gente lo sa e c’è riconoscenza”. Com’è la situazione negli ospedali in questo momento? “Sicuramente non è delle più rosee, tra l’altro hanno dovuto riaprire il Centro Covid a Magenta a causa dell’aumento dei casi, ciò rappresenta un passo indietro dato che prima era covid free. Le cure ci sono per tutti, ma chiaramente l’organico è lo stesso di prima, magari qualcuno in più ma c’è sempre bisogno e ognuno deve fare il 200% per sopperire all’elevata mole di lavoro”. Tirando le somme, com’è stato lo scorso anno e cosa vi aspettate per il futuro? “Nonostante i contagi fossero meno, prima era peggio: innanzitutto per il fattore novità, era una situazione arrivata d’impeto e non sapevamo come affrontarla, inoltre i casi erano più gravi e ciò peggiorava la situazione soprattutto a livello ospedaliero, andando a occupare le terapie intensive per molto più tempo, per questo dobbiamo ringraziare il vaccino. Avere speranza per il prossimo anno è difficile, è necessario rispettare di più le normative, portare la mascherina e igienizzare le mani devono essere gesti automatici ma consapevoli, altrimenti è facile dimenticarsene”. Il contributo dei volontari è un tassello importante per il mantenimento degli equilibri della sanità nazionale e locale, soprattutto in questo momento di difficoltà e stanchezza. Lo stesso vale per la realtà gaggianese che da un anno collabora con Coop ATA Soccorso, a seguito della chiusura della sede della Croce Oro.

Alessandro Gastaldi