ABBIATEGRASSO – Alla Consulta giovedì sera, nell’ex sala consiliare di piazza Marconi, a sorpresa ha partecipato anche il direttore generale dell’ASST Massimo Lombardo, invitato dal presidente Roberto Albetti, neoeletto dai rappresentanti delle associazioni e dai nominati dai partiti in Consiglio comunale. Dopo anni, viene di nuovo istituita la Consulta che si occupa dei problemi che riguardano la salute dei cittadini. Il tema più caldo, reduci da un’assemblea che non ha soddisfatto le aspettative dei cittadini, ha riguardato ancora il futuro dell’ospedale Cantù. Un futuro, come ha ricordato il presidente Albetti, che deve tener conto dei dettami ministeriali ma anche delle esigenze dei cittadini che con le quasi 10.000 firme raccolte dal MDCM hanno dimostrato un’attenzione particolare per il Pronto Soccorso e per i servizi sanitari erogati dal’’ASST. Il dr. Lombardo ha smentito categoricamente voci di chiusura o di vendita a privati dell’ospedale, di cui peraltro non eravamo a conoscenza, e ha descritto il patrimonio ospedaliero italiano per lo più vetusto, mediamente settantenne, evidenziando che al contrario il nostro territorio vanta 4 ospedali conformi per impiantistica e sicurezza, che devono rispondere però a richieste di riorganizzazione, dovuta al fatto che la medicina ormai ogni 5 anni cambia completamente. “Mentre Magenta – ha affermato il dr. Lombardo – che ha rinnovato l’ospedale negli anni ’70 tiene ancora bene, ad Abbiategrasso c’è una sensazione di sfiducia verso il futuro da parte di chi lavora in ospedale, soprattutto per aver visto il procrastinarsi dell’età pensionabile con la riforma Fornero e per la crisi che, dopo il 2007, ha fatto mancare anche i soldi per le manutenzioni. Si vive più a lungo e molte patologie si sono cronicizzate, assistiamo a un cambiamento epocale, i nostri 4 ospedali, ciascuno con le sue competenze, non possono fare a meno degli altri. Non si può fare tutto, le regole scientifiche stabiliscono gli standard qualitativi. Il dibattito del P.S. è nato all’interno dell’ospedale, questo P.S. ha 18.000 accessi annui tra cui molti codici bianchi e verdi. Alle ambulanze del 118 è richiesto di portare il paziente all’ospedale più vicino ma competente. Legnano e Magenta hanno i numeri per garantirsi il presidio”. Il presidente Albetti però ha ricordato che “da un P.S. fatiscente ora il Cantù vanta il P.S. migliore, è importante riorganizzare senza ridurre le prestazioni e occorre diminuire le file e le attese. Al di là dei decreti bisogna rispondere adeguatamente alle esigenze dei cittadini”. Ceretti in qualità di medico e membro della Consulta ha ribadito che occorre affrontare la riacutizzazione del cronico, l’offerta di servizi si potrebbe ampliare con l’ortogeriatria, trattando le fratture dei pazienti anziani e fragili. Ha ricordato che l’obesità è un’emergenza da trattare sempre più. Il dr. Montecchio, che rappresenta i medici di famiglia, ha confermato che “il cronico che si riacutizza viene inviato al P.S., una struttura per stabilizzare ed indirizzare, che deve funzionare anche di notte per eventuali complicanze, serve la presenza dell’anestesista”. E’ anche stato fatto notare che la B.I.C., la chirurgia a bassa intensità, quindi per interventi meno importanti, inaugurata a Magenta da pochi giorni, poteva essere introdotta all’ospedale di Abbiategrasso. Il sindaco Arrara è sembrato però convinto che la del P.S. al Cantù sia più che altro una richiesta psicologica ma che sia più sicuro rivolgersi a Magenta, scelta che ha compiuto personalmente ogni volta che ne ha avuto bisogno, è convinto che serva un “percorso culturale diverso sulla salute”. Il presidente Albetti ha chiuso l’incontro ribadendo che “il P.S. non va chiuso” e che bisognerà verificare cosa si può fare nel nostro ospedale, un “compito delle vacanze” per i membri della Consulta che tornerà a riunirsi a settembre. E.G.
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