ABBIATENSE – Una siccità record che rende sempre più a rischio le produzioni agricole che già da anni sono vicine all’emergenza perché l’appello di enti, Parco Ticino e Consorzio Villoresi e associazioni come la Coldiretti, affinchè il livello di laghi e fiumi sia maggiore, rimane inascoltato. Il governo italiano non ha ottenuto dalla Svizzera quanto richiesto. Quest’anno in cui in 6 mesi le precipitazioni sono state ancora più scarse, l’Italia boccheggia e la pianura padana con altre zone del Veneto, della Toscana e dell’Emilia Romagna è in emergenza. Sono a rischio le coltivazioni di ortaggi, cereali, frutta, vigneti, ma anche le mucche a causa del caldo torrido forniscono il 20% di latte in meno, ne risente la produzione di grana padano. Il livello delle risorse idriche in Lombardia è il più basso degli ultimi 10 anni, la situazione è davvero preoccupante. Le immagini di fiumi diventati rivoli e del loro letto riarso e spaccato da solchi profondi, mostrano la gravità della situazione. I consigli si sprecano, usare la doccia invece del bagno ma per pochi minuti, così come quello di far partire lavatrici e lavastoviglie sempre a pieno carico e usare riduttori di flusso per i rubinetti. Per l’agricoltura si porta ad esempio Israele e la California che usano l’irrigazione ‘goccia a goccia’, la microirrigazione che permette di risparmiare acqua fino al 75%. I cambiamenti climatici non sono una novità, le ‘avvisaglie’ sono evidenti da tempo e le previsioni scientifiche pure, c’è da chiedersi quindi perché non si è fatto niente, perché arrivare all’emergenza? Servono misure strutturali per gestire diversamente le risorse idriche ma sembra che nessuno ancora se ne sia fatto davvero carico, né le forze politiche né quelle ambientaliste. Intanto continua l’incubo siccità con un caldo che non sembra dare tregua, a poco è servito il temporale di domenica, non rimane che sperare in altri temporali con abbondanti piogge per scongiurare la catastrofe per la nostra agricoltura e la conta di danni ingenti. E.G.
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