TREZZANO S/N – Mercoledì 4 novembre, a 100 anni dalla Grande Guerra, a Trezzano sul Naviglio sono stati ricordati i ragazzi che hanno dato la vita per l’Italia. Contadini, falegnami, gente semplice. Per loro l’Amministrazione Comunale ha promosso un progetto, rispondendo all’appello della Regione Lombardia, un progetto chiamato “Custodi del Ricordo”, che comprende un percorso emozionale lungo il viale delle Rimembranze con pannelli che ripercorrono le tappe della I Guerra Mondiale, e un sito Internet dedicato. Gli studenti si sono ritrovati insieme di fronte al Monumento ai caduti, in viale Rimembranze. Erano presenti il Parroco di San Lorenzo, Padre Renato, il comandante dei Carabinieri Maresciallo Cuccurù, l’Amministrazione Comunale, l’associazione carabinieri sezione Nuvoletta, la Polizia Locale con il suo comandante e la Protezione Civile. Oliviero Camisani era presente con le sue fotografie storiche della vecchia Trezzano. Sono stati i ragazzi a leggere i nomi dei caduti trezzanesi. Sono state lette le commoventi lettere che i giovanissimi soldati spedivano dal fronte, a volte capitava che non giungessero a destinazione. Protagoniste delle missive erano le madri di quei soldati. “Madre” scriveva un soldato “Fa in modo che i miei fratellini non mi dimentichino mai”. A dirigere lo scorrere dei ragazzi di fronte al microfono, a introdurre la celebrazione solenne, a dare ordini in stile militare era il Maestro Massimo Camocardi, esperto della Prima Guerra Mondiale e prodigo nel ritrovare tra la documentazione fornita dalla Parrocchia Sant’Ambrogio e dal Comune, i nomi dei caduti trezzanesi. E’ stato Camocardi a spiegare che il progetto, curato dalla Dott.ssa Patrizia Foglia (storica dell’incisione presso il Museo del Risorgimento incaricata della parte storico documentaria) prevede anche la ripiantumazione del viale delle Rimembranze con i 24 tigli commemorativi e la targhette in metallo. “Come docenti – ha detto Camocardi – abbiamo già incontrato due formatrici che ci sosterranno nella realizzazione di un percorso didattico per rendere vivo, in questi nostri ragazzi e ragazze, il ricordo di quel tragico evento che fu la Prima Guerra Mondiale. e per sensibilizzare i ragazzi di Trezzano, facendoli sentire parte di una storia locale e nello stesso tempo universale. Il nemico non è più al di là delle nostre frontiere, non sono più gli Austroungarici, i Tedeschi, i Croati, i bulgari , Turchi Il nemico lo abbiamo in casa, è un nemico subdolo, spesso invisibile, ma che inesorabilmente mina dall’interno il nostro vivere pacifico e civile E’ un nemico che si chiama mafia, camorra. Corruzione, malgoverno, individualismo, disinteresse per la cosa pubblica, le spinte alla disgregazione del nostro territorio nazionale, l’intolleranza che assume talvolta i veri caratteri del razzismo. Chi varca oggi illegalmente le nostre frontiere non lo fa con la baionetta innestata, con le bombe a mano, i gas asfissianti, i lanciafiamme e i cannoneggiamenti preventivi. Lo fa con i bimbi in braccio, sono padri e madri di famiglia alla ricerca di una speranza di vita; non arrivano come nemici, non vengono per farci alcuna guerra, loro scappano dalla guerra! Scappano dalla miseria e dalla fame. Anch’essi hanno i loro caduti sul campo, non sul Carso o sul fronte dolomitico ma tra le acque del Mediterraneo. E a chi chiedere di essere nuovi soldati, in grado di far fronte alla illegalità e all’ingiustizia e al tempo stesso campioni di solidarietà? Ecco le nuove generazioni, sono loro che dovranno custodire il ricordo e costruire la pace”. Il Sindaco ha voluto ringraziare i curatori del Progetto Dott.ssa Patrizia Foglia il Dott. Andrea Bianchi, la webmaster Marta De Lazzari, il Dott. Luca Postini per il progetto grafico. “Il 4 novembre” ha dichiarato Fabio Bottero “Si ricorda la fine della Grande Guerra e la vittoria, ma si ricorda ancora di più la pace ritrovata. Oggi vediamo sventolare il nostro tricolore e la nostra bandiera deve essere un simbolo di pace e indicazione: non deve coprici gli occhi come accadde in passato. Bisogna tenere a mente il concetto di pace e lavorare sempre per mantenerla poiché non è una condizione scontata”. Valentina Bufano
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