ABBIATEGRASSO – Dopo gli interventi dei politici Borghetti (Pd) e Altitonante(FI) che hanno dato il proprio contributo alla riforma sanitaria regionale e quelli ‘tecnici’ del d.g. Massimo Lombardo e del neo direttore socio-sanitario Marina Gerini, è intervenuto il pubblico. Giuseppe Gaffuri, che ha seguito le sorti dell’ospedale Cantù come amministratore fino agli anni ‘90, ha ricordato lo stretto storico rapporto con Milano, un ruolo che la città ha via via perso forse per mancanza di ‘santi in paradiso’ riferendosi alla penuria di politici locali in Parlamento e ha promesso che “l’associazione ProMuovi Abbiategrasso tenderà a mettere a fuoco una serie di criticità. Ho apprezzato quanto è stato detto e il ruolo propositivo della minoranza, vorrei però essere convinto che Abbiategrasso possa avere un ruolo importante, ritengo che Magenta ci abbia fagocitato e a sua volta lo è stata da Legnano. Ci ritroviamo con quattro ospedali ma abbiamo una vocazione milanese, tutto ci lega a Milano invece che a Legnano, saremo attenti osservatori in quest’anno sperimentale e ci adopereremo per un nuovo azzonamento”. Angelo Ceretti, medico geriatra che ha ricoperto diversi incarichi importanti al Golgi, ha posto l’accento sui “posti di eccellenza che abbiamo che devono però stare dentro a determinati paletti. I posti letto sono importanti come le attività cliniche, ci sono però esempi di risparmio e quindi la possibilità di investimenti, anche solo 20 posti letto in più significano parecchi interventi. Un risparmio significativo si può ottenere tagliando un po’ di burocrazia, questo la Regione non l’ha ancora fatto, è meglio per i medici vedere più pazienti che cumuli di carte”. Marco Scotti ha invece chiesto: “Perché si è scelto per Abbiategrasso di stare con Legnano? L’impressione è che ci sia stata una spartizione di carattere politico, non c’è stato nessun dibattito nel territorio. Si fa prima ad andare al San Raffaele che a Legnano, c’è uno spostamento verso Milano e Vigevano perché raggiungibili con mezzi pubblici. Quanti primariati sono stati spostati?Appena qualcuno va bene si sposta a Magenta o a Legnano. Si è spostato il chirurgo e non c’è più stato il Day Hospital”. Un vero e proprio j’accuse, dopo di lui Marina Bajetta ha ricordato che da tre anni rappresenta Abbiategrasso nella Fondazione Ospedali che raccoglie fondi e monitora le esperienze delle persone del territorio che vivono con la malattia un momento di fragilità. Lucio Da Col ha chiesto approfondimenti sul Pronto Soccorso. “O ci si mette un medico adatto o è meglio che si vada direttamente altrove, chiedo anche delucidazioni sulle liste d’attesa…”. L’ex sindaco Roberto Albetti ha difeso l’attuale collocazione con Legnano: “Quando è nata l’AO di Legnano si è iniziato un percorso che ha portato la Regione a investire sull’ospedale di Abbiategrasso più di 20 milioni di euro, ci sono difficoltà di trasporto ma difendo l’ospedale che doveva essere chiuso, mi sono dato da fare per avere i finanziamenti, oggi abbiamo una realtà di cui essere fieri e da portare avanti”. Tino Donati ha chiesto più certezze per il futuro dell’ospedale, certezze che dipendono soprattutto da scelte politiche “Rispetto all’azzonamento, la scelta è stata fatta ma il sindaco deve mettersi alla testa di un gruppo per far valere le nostre esigenze a livello politico”. Le risposte dei relatori hanno aggiunto e approfondito le informazioni precedenti, ribadito soprattutto che non si può più pensare agli ospedali come in passato, il presidente Alberto Fossati ha chiuso la serata dicendo: “Andiamo verso l’evoluzione di un modello diverso, non vogliamo tornare a un modello desueto ma vogliamo capire qual è il futuro dell’ospedale in questo modello nuovo”. Enrica Galeazzi