ABBIATENSE – Un vero e proprio miracolo, dal rosso al giallo in un batter d’occhio. Dopo un intenso scambio di accuse tra Governo e Regione Lombardia di cui ancora non si è ben capito chi ha sbagliato a dare o interpretare i dati dei contagi Covid, si è arrivati a una certezza: i conti del Rt erano sbagliati, la Lombardia non meritava una settimana di zona rossa e la conseguente perdita per le attività economiche, stimata intorno a 60 milioni di euro. Un regalo della politica per cui aziende e commercianti certo non ringraziano, anzi. Così come il ritorno dall’arancio al giallo, di lunedì 1 febbraio invece che di domenica, non è stato compreso e le immagini arrivate da tutta Italia nei Tg della giornata festiva, lo hanno dimostrato. Complice una giornata quasi primaverile, in molti, forse troppi si sono regalati passeggiate all’aperto sia nelle grani città che in campagna. La gente è “stufa” di essere reclusa, il virus fa meno paura per l’arrivo dei vaccini anche se con ritardi e defezioni delle aziende farmaceutiche che non rispettano i contratti ma vendono al miglior offerente. Il Covid fa meno paura anche perché i contagiati vengono presi in cura tempestivamente e sempre più spesso non finiscono in ospedali né soprattutto in terapia intensiva. Il passaggio di colore però è anche considerato da tanti come il risultato di sacrifici che ora danno anche respiro all’economia ma che non devono far calare l’attenzione e il senso di responsabilità perché la pandemia non è ancora finita. Esacerbato e sempre più sul piede di guerra è invece il fronte dei ristoratori così come quello degli alberghieri o di chi vive di attività legate allo sport. I commercianti continuano ad essere tra i più danneggiati, chiusi anche nel periodo di saldi, in cui, in molti casi non riusciranno neanche a recuperare gli importi che devono corrispondere ai fornitori, una continua incertezza che li blocca anche nella programmazione dei prossimi mesi. Chi lavora da casa fa meno acquisti, le cerimonie sospese hanno paralizzato tutto l’indotto, dagli abiti eleganti, ai fioristi e alla ristorazione. Tutte le attività invocano misure e un’organizzazione complessiva che permetta di evitare altre chiusure, contingentando a partire dai trasporti, per evitare assembramenti e permettere a tutti di tenere aperto in sicurezza. C’è poi chi sostiene che “terminato il governo Conte, governo che si basava sull’emergenza che quindi tendeva a procrastinare il più possibile, non si tornerà più in rosso”. Ce lo auguriamo tutti e… staremo a vedere. E.G.