GAGGIANO – Proseguono presso il Bosco dei Cento Passi di San Vito di Gaggiano le installazioni di targhe commemorative a ricordo di date e di persone che hanno fatto della loro vita, e purtroppo della loro morte, un simbolo della lotta per la legalità da parte dello Stato nei confronti di varie associazioni malavitose, camorra, ‘ndrangheta, mafia e chi più ne ha più ne metta. Sabato 3 settembre ben due targhe sono state fissate sui paletti di sostegno di una giovane quercia, nell’aera verde di 17 ettari sequestrata dalla magistratura al clan Di Marco e assegnata al Comune di Gaggiano, perché ne faccia un utilizzo pubblico rivolto alla collettività. Il nome stesso scelto per del luogo, “Bosco dei Cento Passi” che le precedenti amministrazioni di Gaggiano hanno voluto dare a quel vasto appezzamento di terreno, indica già con chiarezza di intenti che l’amministrazione gaggianese ha scelto quel posto per farne un simbolo di legalità, conservando a bosco e verde pubblico una superficie che nell’intenzione degli speculatori doveva essere l’esatto contrario, la loro volontà era quella di farne una colata di cemento, sotto forma di villette o palazzine, da legalizzare magari in seguito a colpi di condoni edilizi. Due le date da ricordare, anche se di anni diversi, erano vicine tra loro, il 3 settembre di 34 anni fa, quando sotto il fuoco del kalashnikov cadde a Palermo il Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente di scorta Domenico Russo; e il 5 settembre del 2010 quando per mano (probabilmente) camorristica, i processi non sono ancora definitivamente chiusi, cadde Angelo Vassallo, l’amato sindaco di Pollica che era già stato eletto per tre mandati, ed al quarto aveva addirittura ottenuto il 100% dei votanti, che in lui vedevano il baluardo dell’onestà e della correttezza, il suo torto è stato che non volle piegarsi alla speculazione edilizia legata alla costruzione/ampliamento di un porto turistico. Anche questa volta come nello scorso luglio quando nello stesso posto, con l’installazione di una targa analoga, si volle ricordare la strage di via D’Amelio che costò la vita al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Ancora una volta un folto gruppo di ragazzi che frequentano i campi estivi di lavoro volontario di LIBERA, presso la Masseria di Cisliano (altro posto confiscato alla malavita) la Cooperativa Sociale Contina di Rosate, ed il Comune di Gaggiano rappresentato questa volta dal sindaco Sergio Perfetti, affiancati da altre realtà associazionistiche e cooperative sociali della zona, ad esempio la Coop. Terra e Cielo di Gaggiano, hanno voluto commemorare e mantenere vivo il ricordo di coloro che hanno sacrificato la loro stessa vita per difendere il loro ideale. L’idea di istallare targhe in ricordo di servitori dello stato o martiri della legalità proseguirà anche in futuro, purtroppo e non è certo cosa di cui ci si possa vantare, i fatti e le date da ricordare non mancano! L’idea dei promotori di questo progetto è quella di rendere omaggio alla memoria di persone di cui tutti noi dovremmo essere fieri, ma anche quella di fare scattare un piccolo flash, per coloro che passeggiando per quel bellissimo posto, che con il passare degli anni migliora sempre di più, si trovino di fronte targhe che ci ricordano che non tutto è marcio e che sta un po’ a tutti noi creare le condizioni perché altri non debbano sacrificare la loro vita perché non sono disposti a piegare la schiena. Antonio Varieschi