ABBIATEGRASSO – Nel primo incontro della Consulta dopo l’estate, solo segnali e notizie che aumentano la preoccupazione per il futuro del Cantù che, contrariamente a quanto promesso da tempo e più volte da politici e dirigenti sanitari, viene in realtà regolarmente depotenziato. Il sindaco Nai ha letto la risposta del Difensore Civico a cui i 14 sindaci dell’abbiatense avevano chiesto se è lecito che una delibera del Consiglio Regionale non venga attuata. L’interpellato non ha risposto nel merito ma ha riprodotto le motivazioni dell’ass. Gallera con il solito riferimento al DM70 e gli accessi annui al P.S. inferiori ai 20.000, per poi aggiungere che “gli accessi diurni nel 2018 sono stati 13.417, quasi esclusivamente generati da pazienti autopresentatisi e non portati dal 118”, ammettendo così che i numeri vengono fatti mancare perché il 118 invia altrove anche di giorno. Segue un elenco di quanto c’era ed è stato tolto per concludere che “tale assetto organizzativo non è sufficiente per assicurare i requisiti previsti per le strutture sede di P.S.”. Parole che avallano quanto è chiaro da sempre a cui si aggiungono le affermazioni del dott. Michele Bianchi, medico ospedaliero e membro della Consulta che prevede un declassamento del Cantù da ospedale a Punto di primo soccorso, com’è Casorate, con la probabile chiusura anche del P.S. diurno. Un’altra voce che proviene sempre dall’ambiente ospedaliero è che anche la decantata eccellenza del Piede Diabetico verrà trasferita a Legnano in quanto, guarda caso, di notte non è assicurata l’emergenza urgenza ovvero il Pronto Soccorso. Si rileva anche che non c’è reintegro nell’organico, chi va in pensione o in mobilità non viene sostituito, le segnalazioni che arrivano sono tutte negative e poiché nessuno vuole accettare di perdere il servizio più importante per la città e il territorio, sono state avanzate diverse proposte. Il presidente dei 14 sindaci dell’abbiatense, Marco Marelli, ha informato di aver già inviato una richiesta di incontro al nuovo Ministro della Salute, Roberto Speranza, essendo mancato in seguito alla caduta del governo, quello accordato il 5 settembre dalla precedente Ministro Giulia Grillo. La raccolta firme per chiedere che venga attuata la delibera del Consiglio Regionale che il 7 maggio ha votato la riapertura notturna del P.S. e la rimessa in sicurezza dell’ospedale Cantù, serve a testimoniare che la popolazione non si arrende e le firme verranno consegnate al Ministro quando riceverà i sindaci a Roma. Intanto vengono recuperate le firme già raccolte dal Movimento per i diritti del malato, dai commercianti, dalle associazioni e nei vari Comuni. Il sindaco di Arluno ha informato che sabato 28 settembre intende raccoglierne anche nel suo comune per sostenere questa battaglia, altre realtà abbiatensi come la Farmacia Castoldi di corso Italia continuano la raccolta. La Consulta ha deciso di chiedere al Direttore Generale Odinolfi un secondo incontro per chiedergli conto di quanto ha messo in atto, come pattuito, per potenziare il Cantù. Sarà anche rivolta la richiesta al Presidente della Giunta Regionale e a quello del Consiglio per chiedergli di spiegare perché non viene applicata la delibera del Consiglio regionale che presiedono. Si vuole inoltre coinvolgere anche il Prefetto di Milano, in qualità di diretto rappresentante del Ministro dell’Interno per chiedere conto dell’interruzione di un servizio pubblico essenziale qual è quello di emergenza-urgenza. Il territorio non si arrende a scelte politiche che non solo non rispondono ai bisogni ma mettono a rischio la salute. E.G.
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