ABBIATEGRASSO – Dopo l’incontro di lunedì 2 maggio della maggioranza con i consulenti che hanno spiegato i conti di Amaga, l’assessore Mauro Squeo ha rimesso le deleghe ai rapporti con le Società Partecipate nelle mani del sindaco. Amaga è l’azienda municipalizzata del comune di Abbiategrasso che prima vendeva acqua e gas e ora eroga diversi servizi quali la manutenzione del verde, la raccolta e gestione dei rifiuti e sta muovendo i primi passi nel settore del risparmio energetico. L’ass. Squeo motiva il suo gesto “per tutelare il patrimonio aziendale, i lavoratori e gli azionisti ossia i cittadini, ho lasciato il campo al soggetto istituzionalmente più autorevole che è il sindaco”. Gli chiediamo: cosa può fare più di lei il sindaco? Risponde: “Ignorate che il sindaco è socio dell’azienda, l’assessore ha solo la delega e ci sono diversità di vedute tra me e il sindaco. Dal Controllo Analogo emerge che bisogna prendere provvedimenti ma secondo il sindaco va tutto bene”. Che cosa è emerso dal Controllo Analogo? “Elementi che si analizzeranno negli ambienti istituzionali prima di parlarne con la stampa”. I consiglieri da tempo chiedono di conoscere la reale situazione di Amaga e lamentano di non ricevere adeguata documentazione, circolano voci di un bilancio disastroso tanto che le banche avrebbero chiuso i rubinetti… Cosa c’è di vero? Squeo, che non rinuncia però ad essere assessore al Bilancio e al Commercio, risponde: “Io ho fatto un percorso, ripeto che, come richiesto dalle norme ho effettuato il Controllo Analogo, un controllo su Amaga che ha messo in luce le criticità, ho messo al corrente il Consiglio comunale che forse non ha analizzato attentamente il bilancio. Il controllo analogo dettaglia bilancio e crediti. Oggi sappiamo di più e abbiamo maggiore consapevolezza”. Si parla anche di una new diligence, di cosa si tratta? Vuol forse dire come più d’uno sostiene, che l’attuale dirigenza non è sufficientemente competente? “Si pensa – risponde Squeo – a un gruppo di lavoro con tecnici nominati dalla maggioranza per elaborare nuove strategie”. Chiediamo anche il parere del sindaco Arrara sulla situazione di Amaga e cosa intende fare. I consiglieri di minoranza, e non solo, lamentano che la documentazione sui conti e la gestione di Amaga è stata sempre lacunosa e poco trasparente, contrariamente invece a quella dell’altra municipalizzata, l’ASSP. Perché? “I consiglieri non hanno mai accettato – risponde il sindaco – che al posto del Consiglio di amministrazione ci sia l’amministratore unico. Il Consiglio di amministrazione costava 110.000 euro, l’amministratore unico 20.000. Sono da 20 anni in Consiglio comunale e solo ora che c’è la nuova norma del Controllo Analogo, c’è un rapporto più frequente con l’azienda. Quando si porta il Piano industriale in Consiglio, basta chiedere, basta informarsi…” Quanto ha influito il milione e mezzo di euro prelevato da Amaga per far tornare i conti del bilancio comunale? “Quando siamo stati eletti nel 2012 mancava un milione e mezzo per rispettare il Patto di Stabilità che abbiamo dovuto prelevare dal fondo di riserva di Amaga, facendo mancare liquidità, ma Amaga e Comune sono la stessa famiglia e le risorse di Amaga sono sempre dei cittadini…” Gira voce che le banche hanno chiuso i rubinetti… “E’ assurdo che si crei allarmismo mettendo in crisi un’azienda come Amaga, come tutte le aziende in questi ultimi 5 anni ha fatto fatica, la linea del governo è di ridurre le partecipate da 8.000 a 1.000 con accorpamenti e viene consigliato anche l’amministratore unico. E’ un percorso complicato a cui stiamo lavorando”. Come giudica i servizi erogati da Amaga? “Sul verde sento critiche, abbiamo una grande quantità di verde e in alcune zone forse siamo carenti. La raccolta dei rifiuti invece va benissimo, siamo al 67% con la differenziata, da 2017 dovremmo ridurre passaggi e costi. E’da migliorare la pulizia”. Perché i conti di Amaga non tornano? “La situazione, ripeto, non è drammatica, va monitorata, ha bisogno di interventi straordinari, il bilancio è positivo, bisogna occuparsi degli oneri finanziari”. E.G.
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