MILANO – E’ proprio il cuore il vero protagonista della nuova esilarante commedia “CON TUTTO IL CUORE”, scritta, diretta e interpretata da Vincenzo Salemme.
In scena al Teatro Manzoni, dall’11 dicembre al primo gennaio, lo spettacolo denota ancora una volta la grande capacità umoristica di Salemme e della sua allegra compagnia, Domenico Aria, Vincenzo Borrino, Antonella Cioli, Sergio D’Auria, Teresa Del Vecchio, Antonio Guerriero, Giovanni Ribò e e Mirea Flavia Stellato.
Ambasciatore di un umorismo che fa ridere da Nord a Sud, Vincenzo Salemme, 42 anni di carriera alle spalle, veste ora i panni di un mite professore di lettere antiche, Ottavio Camaldoli. Ancora una volta, il comico, nato e cresciuto in provincia di Napoli, racconta la vita delle persone così come è realmente, rappresentandone pregi e difetti senza mai dimenticare di aggiungerci quel pizzico di buonumore che tanto lo contraddistingue. Grande amico e stimatore di Eduardo De Filippo, da lui più volte descritto come “il più grande uomo di sempre nel teatro”, Vincenzo è “CON TUTTO IL CUORE” un uomo gentile, buono, forse un pò troppo, che subisce da un lato le continue angherie dell’ex moglie Clelia e del suo nuovo compagno e dall’altro la spudoratezza della figlia ventenne Federica che vive ancora con lui in casa. Ottavio, però, essendo in lista d’attesa per un trapianto di cuore, è costretto a lasciare temporaneamente la cattedra, suo malgrado e rimane sorpreso nel suo ultimo giorno di scuola davanti all’affetto e all’incoraggiamento dimostratogli dai suo alunni che per l’occasione avevano organizzato una festa in classe con tanto di brindisi. Proprio questo suo essere più “fesso” che buono fa sì che il medico che lo tiene in cura, il dottor Gargiulo, decida di dare a lui la possibilità di ricevere in dono il cuore di Pasquale Mangiacarne, feroce criminale, morto assassinato. Le ultime volontà del delinquente, infatti, sussurrate poco prima di morire alla madre, sono che a vendicare la sua morte non sia il fratello gemello, uomo d’onore, ma piuttosto un uomo semplice, un fesso. Il trapianto è la svolta. Da quel momento, Ottavio, accompagnato da un infermiere alquanto singolare, si ritrova coinvolto in un susseguirsi di avvenimenti paradossali, colpi di scena inaspettati, seguiti dalla comparsa di improbabili personaggi; su tutti, la badante indiana che altro non è che un uomo travestito in fuga. Al pubblico non resta che divertirsi ed applaudire all’instancabile e poliedrico Vincenzo Salemme e alla sua affiatata e bizzarra compagnia. Il piccolo uomo, Ottavio, appassionato di Socrate e del suo lavoro e da sempre rispettoso della legge, non ha alcuna intenzione di trasformarsi però in un assassino in cambio del cuore appena ricevuto e dovrà pertanto farne i conti con la madre di Mangiacarne, la signora Carmela.
Riuscirà questo nuovo cuore a trasformare un uomo così mite in un assassino spietato?
La risposta è nello spettacolo in sè che trasmette un messaggio ben evidenziato dallo stesso Salemme in chiusura del sipario.
La bontà d’animo è sempre più cosa rara ed è più facile essere cattivi che buoni; ogni animo umano contiene in sé tante sfaccettature e spesso, se costretti da determinate circostanze, l’uomo è capace di compiere scelte tali per cui si manifesti la nostra natura più profonda.
Solo così un uomo vile, remissivo, potrebbe essere capace di diventare cinico, duro, dal cuore di pietra.
Il grazie finale di Vincenzo Salemme al Teatro Manzoni che ha registrato il tutto esaurito nella prima giornata dello show, è stato abbondantemente corrisposto dal pubblico che per quasi tutte e due le ore circa di spettacolo non ha mai spesso di applaudire e ridere.
Laura Giuffrè