GAGGIANO – Negli ultimi tre decenni, da quando si effettuano rilevazioni più o meno accurate, l’incidenza dell’autismo sulla popolazione italiana ha avuto una crescita non indifferente. Fino a vent’anni fa, i disturbi dello spettro dell’autismo erano un grande punto interrogativo per i medici e, di conseguenza, per tutte le persone. Moltissime famiglie si sono trovate a dover affrontare le difficoltà legate a questa condizione senza un adeguato supporto medico e psicologico. Nonostante i grandi passi avanti fatti fino al giorno d’oggi, ancora persistono ampie zone d’ombra che impediscono l’adozione di approcci corretti. Purtroppo, anche nell’ambito della professione medica, sopravvivono ancora oggi concezioni e atteggiamenti figli dell’idea che l’autismo sia una patologia “mentale”. L’autismo non è una malattia, ma un disturbo del neuro-sviluppo che coinvolge principalmente le funzioni sociali e di comunicazione, sulle quali si può operare per raggiungere importanti miglioramenti. La scienza e l’esperienza rivelano come un approccio costruttivo e inclusivo, attraverso anni di lavoro continuativo, possa permettere, a molte persone affette da questi disturbi, di essere sostanzialmente indipendenti e socialmente inserite. Questa visione è poco diffusa all’interno delle istituzioni, poiché queste tematiche vengono ancora affrontate da un punto di vista autoreferenziale, non è possibile far fronte a determinate criticità senza dialogare direttamente con i soggetti autistici. Lucio Moderato è stato un pilastro, a livello nazionale e internazionale, per tutte quelle associazioni, quelle famiglie e quei singoli che hanno deciso di adottare un progetto diverso. L’esperienza di Loredana Casucci Pravettoni e di suo figlio Ricky, ragazzo venticinquenne affetto da autismo, rappresenta un esempio emblematico. La loro storia rappresenta una testimonianza reale, palpabile ed evidente degli incredibili progressi che una persona affetta dai disturbi dell’autismo può raggiungere grazie agli approcci corretti. Loredana Casucci Pravettoni ha voluto mettere su carta le loro avventure e la loro lotta contro l’esclusione dalla società che queste persone sperimentano, una ghettizzazione che le istituzioni favoriscono tramite progetti che cercano di dare opportunità, ma esclusivamente all’interno di bolle che tendono ad avere effetti divisivi. Il romanzo autobiografico dal titolo “L’autismo nello zaino e le incredibili avventure di Ricky” è stato presentato martedì 17 maggio presso la Biblioteca Comunale di Gaggiano. Oltre a questo, è stata esposta anche la mostra fotografica ad opera di Ricky Pravettoni. I suoi scatti rappresentano il risultato di questo lavoro: la sua passione per la fotografia, il suo impegno e la sua abnegazione gli hanno permesso di completare l’intero percorso d’apprendimento presso l’Istituto Italiano di Fotografia, garantendogli oggi una preparazione e una tecnica pari ai suoi colleghi neurotipici. La professionalità dei suoi scatti è tale da rendere la sua condizione un dettaglio invisibile, che diventa in realtà un valore aggiunto, un punto di vista differente capace di donare alle sue fotografie una sensibilità, una profondità e una logica peculiare. L’evento, organizzato dal Comune di Gaggiano e dalla Pro Loco, ha avuto come ospite anche la dott.ssa Monica Conti, direttrice dei Servizi Innovativi per l’Autismo della Fondazione Sacra Famiglia, che ha voluto sottolineare come il metodo e l’approccio corretto a queste tematiche siano legati all’informazione e alla sensibilizzazione. Gli insegnanti di una scuola di San Vittore Olona hanno progettato e creato degli oggetti che hanno la funzione di simulare gli stimoli sensoriali come vengono percepiti dalle persone autistiche, con lo scopo dell’immedesimazione. I grandi risultati raggiunti da Ricky, sia in termini lavorativi sia sociali, aprono la possibilità a un futuro di integrazione totale che superi le barriere dell’autismo, non un’utopia ma una possibilità per cui lottare. Alessandro Gastaldi