ABBIATENSE – Domenica decine di migliaia di persone si sono tuffate simultaneamente nei fiumi e nei laghi di tutta Europa. Big Jump è la campagna europea di European Rivers Network (ERN) ideata per reclamare la balneabilità di tutti i corsi d’acqua (www.rivernet.org/bigjump/). Attraverso un grande tuffo collettivo dunque è stato lanciato un messaggio simbolico alle istituzioni locali e internazionali affinché adottino tutte le politiche necessarie al ripristino del buono stato ecologico dei diversi ambienti acquatici. In Italia l’iniziativa è coordinata da Legambiente che come ogni anno ha organizzato molti tuffi in tutta la Penisola. In Lombardia il Big Jump si è svolto nelle acque dei fiumi Olona e Ticino. “Entro il 2015, secondo la Direttiva Europea sulle Acque 2000/60, tutti i corsi d’acqua avrebbero dovuto raggiungere lo stato ecologico ‘buono’ – ricorda Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Ma l’Italia e la Lombardia, cronicamente in infrazione, non hanno programmato per tempo gli investimenti necessari al risanamento. In Lombardia meno di un terzo dei corpi idrici raggiungerà il livello di qualità prescritto dalla UE, tanto che la Regione ha dovuto chiedere deroghe”. Secondo i dati presentati nel Piano di Tutela ed Uso delle Acque da Regione Lombardia infatti, solo il 27% dei fiumi, il 53% dei laghi e il 17% dei corpi idrici sotterranei raggiungono attualmente l’obiettivo “buono” richiesto dalla Direttiva. Tutti gli altri sono rimandati al 2021 o al 2027. Osservati speciali, quest’anno Olona e Ticino. Il primo, che rientra nel complesso bacino Lambro-Seveso-Olona, fa parte dei copri idrici più compromessi della regione. Ma, mentre nel passato la situazione di criticità era dettata da attività industriali che riversavano nel fiume i loro sottoprodotti di scarto, attualmente risulta sempre più evidente il carico inquinante residuo di origine civile. Mentre la quota attribuibile agli scarichi illegali è oramai sostanzialmente irrilevante, molto significativa è la pressione derivante dalle acque trattate dai depuratori. “Risulta necessaria e urgente – dichiara Lorenzo Baio, settore acqua Legambiente Lombardia – una revisione delle autorizzazioni allo scarico, che stabilisca i limiti non più basandosi su tabelle di legge uguali per tutti, ma in funzione della capacità del recettore stesso. La capacità autodepurativa, infatti, cambia a seconda delle portate di un corso d’acqua. Inoltre rimane fondamentale un lavoro sistematico di adeguamento dei depuratori di tutto il bacino. Troppi impianti, circa 1/3 di quelli del bacino Lambro-Seveso-Olona, presentano gravi non conformità negli scarichi rilasciati”.
Il Big Jump nei fiumi lombardi si è svolto anche sul Ticino, al Ponte di Oleggio (VA) preceduto da una discesa in canoa da Somma Lombardo. L’appuntamento vuole ricordare in particolare due annosi problemi che coinvolgono il fiume azzurro. Il primo riguarda le acque scaricate dal depuratore Sant’Antonino a Lonate Pozzolo, nel Naviglio Industriale e nel Canale Marinone, ramo pregiato del Ticino. L’impianto, dal suo dissequestro nel 2009/2010 presenta prestazioni pessime e risulta, da dati ufficiali di ARPA, sempre “non conforme” ai limiti. E nonostante i lavori di adeguamento e potenziamento che da anni vanno avanti, i risultati non si vedono.
Il secondo ingente problema è legato al degrado ed ai rifiuti trasportati dal canale scolmatore di nord-ovest in comune di Abbiategrasso e l’urgente necessità di realizzare uno sgrigliatore a presidio del canale.
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