ALBAIRATE – Non solo problemi legati all’aria condizionata non sempre funzionante, come raccontato da due abbiatensi che hanno vissuto l’odissea sul treno delle 18.08 diretto ad Alessandria, venerdì 24 giugno, ma anche episodi che fanno riflettere sulle condizioni di sicurezza sulla linea ferroviaria Mi-Mo. L’albairatese Paolo Bruni ci racconta quanto accaduto domenica sera: “Mi trovavo a Porta Genova per prendere il treno delle 20.42 e rientrare ad Albairate. Quella che mi si è presentata davanti è stata una scena di ordinaria follia: sul binario 1 est un uomo di colore, scalzo e senza maglia, brandiva una canna di bambù di oltre 2 metri (arrivava oltre il tetto dei treni) e minacciava e urtava una donna di colore. La scena era folle soprattutto per l’indifferenza dei molti presenti che, quasi incuriositi, assistevano alla scena facendo capolino dai vari scompartimenti. Io mi trovavo lì con mia moglie e mia figlia di un anno e, mosso anche dalla paura di quello che sarebbe potuto accadere se quel pazzo fosse salito sul treno, ho chiamato immediatamente il 113. Una signora seduta accanto a noi, nel sentire che stavo chiamando la Polizia, mi ha avvisato indignata del fatto che poco prima la Polizia fosse già intervenuta ma non avesse fatto nulla per portar via quella persona in evidente stato confusionale. Passano così minuti in attesa di una risposta (e di un intervento) da parte della Polizia ma tutto quello che riesco ad ottenere è la conferma per telefono del fatto che la segnalazione sarebbe stata passata alla Polizia ferroviaria… Ad un certo punto un uomo dai tratti nord africani interviene e convince l’aggressore ad andarsene. Passano altri minuti e nessun uomo delle forze dell’ordine si vede in zona. Dopo poco ritorna l’uomo che aveva aggredito la signora e del tutto indisturbato inizia nuovamente a dare di testa con i presenti. Il caso ha voluto (per fortuna) che non sia salito a bordo e sia rimasto a barcollare sui binari della stazione di Porta Genova. Cosa sia accaduto dopo, non è dato sapere! E se dopo il primo allontanamento questo pazzo fosse tornato con un coltello o una bottiglia rotta? E se fosse salito a bordo e avesse aggredito me e la mia famiglia, io cosa avrei fatto? In questa brutta storia emergono due elementi: l’indifferenza delle gente; la mancanza di sicurezza sui treni di giorno, e specialmente di sera. Per alcuni mesi, dopo quanto accaduto al capotreno che quasi ha perso una mano per l’aggressione subita su un treno di Trenord, si sono viste pattuglie di vigilantes, ma ora non si vede più nessuno! Possibile che Trenord non abbia i soldi per garantire la sicurezza dei propri passeggeri, possibile che le forze dell’ordine sottovalutino situazioni potenzialmente così pericolose? A me è andata subito la mente all’aggressione di alcuni mesi fa sempre perpetrata da un uomo di origini africane che a colpi di piccone ha ucciso ignari passanti. Ma dov’è la sicurezza di cui ci riempiono le orecchie? Parliamo di sicurezza e antiterrorismo e poi è possibile che un pazzo arrivi in una stazione del centro di Milano con una canna lunga due metri in mano e si metta a minacciare i pendolari? I treni sono pieni di donne sole, famiglie e persone di tutte le età che hanno il diritto di viaggiare in sicurezza! Il mio intervento non vuole assumere toni razzisti o leghisti (me ne guarderei bene)! La signora seduta accanto a noi, e che si diceva indignata del primo intervento non risolutivo della polizia, era anch’ella di colore e si è dimostrata persona animata da molto più senso civico dei tanti italiani presenti che non hanno mosso un dito per intervenire!” conclude Bruni.