ROBECCO S/N – Il 4 novembre viene celebrato il giorno dell’Unità nazionale e delle Forze armate in ricordo dell’anniversario della Vittoria e della fine della Prima guerra mondiale per l’Italia. Anche Robecco quest’anno ha voluto ricordare in questa data l’evento, con uno spettacolo svoltosi presso il Cineteatro Agorà dal titolo “Ricordando … la grande guerra”. La sala gremita ha applaudito la corale polifonica Luigi Sala, composta in questa occasione da solo voci maschili, accompagnata dal corpo musicale S. Cecilia di Robecco e dalle due voci narranti, Raffaele Tonetti e Luca Bettolini. “Mi chiamo Cislaghi Luigi, nato il 15 marzo 1898, di Carlo e Rossetti Angela, residente a Casterno. Appartenente al 5° reggimento…” così si è aperta la serata che tramite le voci dei due attori, la musica e i canti ha narrato le vicende dei soldati e delle loro famiglie che, come protagonisti silenziosi, hanno vissuto in prima persona quegli anni di guerra, incertezza e dolore. Anche diversi giovani di Robecco e della zona parteciparono alla guerra e il loro nome è stato ricordato. I due attori hanno narrato le voci dei soldati che hanno vissuto la separazione dai cari, la vita di trincea, il freddo, la fame, la morte e infine la gioia per la conclusione della guerra. Vite semplici trasportate fra reticolati e gallerie sottoterra, momenti quotidiani in trincea hanno preso forma in questo spettacolo. Le storie intime dei vari soldati erano intervallate dai canti del coro con le loro melodie completavano le scene descritte dai due attori. “Il testamento del capitano”, “La leggenda del Piave”, “Sul ponte di Bassano”, “Addio, padre e madre, addio” sono solo alcuni dei brani presentati con suggestione e trasporto dalla Corale, ottimamente preparata e diretta dai due maestri Massimiliano Fornaroli e Carlo Parmigiani. Uno dei momenti più toccanti è stata l’esecuzione da parte del coro del brano “Il signore delle cime”, un brano composto in epoca moderna ma che ben rappresenta la sofferenza per la perdita in guerra e la preghiera per trovare senso alla tragedia. Al corpo musicale, diretta dal maestro Pietro Sala, il compito di accompagnare per due volte l’intera sala che ha intonato all’unisono l’Inno di Mameli. Quasi al termine dello spettacolo da un angolo del teatro un trombettista ha eseguito “Il silenzio” in memoria ai caduti della grande guerra. Lo spettacolo è stato molto suggestivo per l’intrecciarsi delle storie narrate con la musica e con le immagini proiettate sullo sfondo del palco, raffiguranti i volti dei soldati, le trincee ed i documenti dell’epoca. Merito del successo anche le due giovani voci narranti che hanno saputo dare vita e corpo alle voci dei soldati. Al termine della serata Teresio Bighiani, presidente dell’associazione combattenti e reduci, e Fortunata Barni, sindaco di Robecco sul Naviglio, hanno premiato alcuni ex-combattenti e simpatizzanti dell’associazione. Nei discorsi di entrambi si è voluto sottolineare che la storia non va mai dimenticata e il sacrificio di molte persone ha portato alla libertà di una nazione. Le stesse labbra dei giovani bandisti e del pubblico che intonavano il canto del Piave, in sottofondo al coro, ne sono una dimostrazione.
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