ALBAIRATE – Venerdì 1° dicembre, presso la Biblioteca Civica “Lino Germani”, si è tenuto l’ultimo evento in conclusione del ciclo di incontri per la XXIV Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Lo spettacolo, a cura della compagnia Carnevale con la drammaturgia e regia di Antonio Carnevale, ha portato in primo piano un personaggio contemporaneo ispirato alla “Locandiera” di Goldoni, Mirandolina, interpretata da Elisa Pastore, attrice protagonista.
Lo spettacolo, che ha attratto un alto numero di cittadini, soprattutto donne, ha voluto essere un monologo che, paradossalmente, è stato in realtà un dialogo diretto con gli spettatori che si sono sentiti trascinati all’interno delle vicende e tra le atmosfere e i profumi di Napoli e del suo caffè.
La bravura dell’attrice protagonista è stata quella di rendere chiari, attraverso le vicende da lei descritte e le emozioni che ha lasciato trasparire, il dolore, il sacrificio e la solitudine cui Mirandolina come donna, vittima del potere e del denaro, ha dovuto far fronte. L’attrice mostra come l’apparenza di una vita dignitosa, quella di Mirandolina, in realtà nasconda l’impossibilità di far fronte a un marito, Fabrizio, che la trascura e che è pieno di debiti, ma anche a un avvocato che, spacciandosi per colui che vuole aiutare pagando una prima parte di debiti, in realtà si riveli essere colui che abusa di Mirandolina con avances, regali non richiesti, giudizi sull’aspetto fisico e ordini che riguardano l’abbigliamento. Le ultime battute dello spettacolo sono quindi una richiesta di aiuto urlata a gran voce da Mirandolina per tutte le donne, viene richiesto di far finire la farsa che sta vivendo.
Vuole essere una donna fedele, una buona figlia, una donna degna, ma si vuole anche ribellare, non vuole che la sua vita dipenda dai soldi, dall’abuso di un uomo, vuole che tutto finisca prima possibile, richiede quindi agli spettatori che le sia data una fine più giusta ora e non domani.
Lo spettacolo, che il regista sottolinea essere una storia vera, è stato poi seguito da un dialogo di confronto tra il regista, la protagonista e gli spettatori, che hanno voluto esprimere i loro pensieri davanti alla rappresentazione di una società fortemente patriarcale che oggettifica la donna. Mirandolina è un personaggio che risale alla metà del XVIII secolo, ma che allo stesso tempo è oggi attualissimo, perché rappresenta perfettamente le condizioni, le paure e gli ostacoli che le donne devono ancora fronteggiare tre secoli dopo.
Dal dialogo con gli spettatori è emersa la necessità che gli uomini si prendano, tutti, le proprie colpe e che il cambiamento inizi prima di tutto da loro, ma è emerso anche come sia necessario che le donne siano unite nella lotta contro la violenza, come non debbano diventare invece parte di insulti e discriminazioni verso altre donne.
È necessario che anche la cultura cambi, che il valore del rispetto venga insegnato fin dalle età più infantili attraverso le Istituzioni, come la scuola, ma anche attraverso la famiglia. È necessario, inoltre, che cambi la prospettiva dell’uomo forte e della donna debole, l’arte e il teatro, in questo caso, hanno voluto dimostrare come anche gli uomini possano essere deboli, come anche loro possano piangere, commuoversi, mostrare le loro debolezze, i loro difetti e come non debbano sentirsi continuamente performanti all’interno di una società che richiede sempre di più.
Lo spettacolo va, quindi, oltre Goldoni e mostra come il personaggio di Mirandolina possa dirci e darci ancora molto, ci mostra anche quanto sia necessario oggi parlare di violenza di genere all’interno di ogni ambiente culturale e non solo. Irene Morini
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