ABBIATEGRASSO – Una folla attenta, commossa e partecipe ha seguito, domenica pomeriggio per due ore, dalle 15 alle 17, la sacra rappresentazione della “Passione e Morte di Gesù” com’è raccontata dall’evangelista Marco, proposta dall’Oratorio San Giovanni Bosco della parrocchia San Pietro Apostolo e andata in scena in alcuni luoghi rappresentativi della nostra città.
Il cammino della Croce inizia davanti all’ex Convento dell’Annunciata, dove si radunano molte persone e in mezzo a loro, in uno spazio sul selciato della piazza, si siedono gli spettatori più piccoli, i bambini e i ragazzi dell’Oratorio, che indossano una maglietta rossa con la scritta ‘Passio’, controllati a vista dagli animatori e racchiusi per sicurezza tra due corde dagli uomini del servizio d’ordine.
Attorno a un tavolo siede Gesù con gli Apostoli, mentre s’intravedono a lato i Sommi Sacerdoti e gli Scribi che cospirano, avvicinati poi dal traditore Giuda, mentre una donna si avvicina a Gesù e gli unge il capo con unguento profumato. E’ la voce di un lettore, che impersona l’evangelista, a raccontare le singole scene. Tutti gli spettatori si spostano poi nel bel cortile del chiostro dell’Annunciata per assistere all’Ultima Cena con l’istituzione dell’Eucaristia, rappresentata in alto sulla balconata. Il lungo corteo formato dai figuranti e dalla folla si avvia, quindi, per le vie del quartiere per raggiungere la Fossa Viscontea. Musiche, canti, preghiere, frasi pronunciate dal Papa e riferite alla nostra contemporaneità vengono diffuse da casse acustiche disseminate lungo il percorso.
Nella Fossa vengono fatti entrare solo gli spettatori più piccoli, mentre gli adulti fanno da cornice appoggiati lungo il muretto che attornia lo spazio verde, chiamato a rappresentare il Getsemani, il monte degli ulivi. Solitudine, paura e angoscia s’impadroniscono di Gesù, che prega il Padre, mentre gli apostoli dormono e poi fuggono all’arrivo dei Sommi Sacerdoti con il traditore Giuda, che lo arrestano. La scena si sposta poi nel cortile del vicino Castello Visconteo, dove davanti al Sinedrio Gesù viene interrogato e dichiarato reo di morte, mentre l’apostolo Pietro rinnega per tre volte il suo Signore prima che il gallo canti due volte.
Giudicato da Pilato, si arriva alla sentenza della Crocifissione: Gesù, rivestito con una semplice veste bianca e con una corona di spine in testa, barcollante per le flagellazioni e con la croce sulle spalle, esce dal portone spalancato del Castello e una donna gli si avvicina per sorreggerlo. In mezzo ai soldati si mette in cammino per le vie del centro storico, verso il Golgota, il luogo dove troverà la morte crocifisso. Lungo la strada, Gesù si mostra alquanto sofferente e s’incarica allora Simone di Cirene di portare la croce al suo posto. La folla lo segue vociante commentando fino a quando giunge davanti alla chiesa di San Pietro, sulla cui piazza è allestito il luogo della Crocifissione. Lì ogni voce tace, il silenzio si fa partecipe della tragedia in atto, mentre Gesù viene appeso alla croce, posta fra quelle dei due ladroni.
“Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio, quando Gesù gridò ‘Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?’, poi dando un forte grido spirò”. Sulla piazza nessuno fiata, nel più assoluto silenzio si odono solo i rintocchi delle campane. Un’ultima scena ci fa assistere alla deposizione di Gesù dalla croce, al dolore straziante di due donne e alla sepoltura del Re dei Giudei in un sepolcro scavato nella roccia. La tensione fra il pubblico si allenta e sfocia in un fragoroso applauso rivolto agli organizzatori della sacra rappresentazione. Mariagrazia Broglia
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