ABBIATEGRASSO – Dopo i relatori Graziella Cameroni, Andrea Fossati, Pietro Bussolati, Emanuele Corsico Piccolini, il primo contributo dal pubblico è arrivato da Francesco Mirenda che ha presentato con slide e con la distribuzione di fotocopie un complesso lavoro personale. Il suo ‘sguardo dall’alto’ gli fa dire che “si può confutare la decisione a raso”. Mirenda propone 2 rotonde da realizzare all’altezza dei Carabinieri e all’incrocio per Morimondo, per risolvere i problemi viabilistici. Teme che un sottopasso in viale Mazzini comporti code con una perdita di tempo maggiore che al passaggio a livello, per questo crede sia meglio prevedere il sottopasso in via Galilei, collegato con la circonvallazione. Ritiene siano meglio l’interramento e la stazione all’Annunciata. Subito dopo ha chiesto la parola Paolo Zorzan, con competenze tecniche, che ha motivato forte e chiaro il suo dissenso a quanto ascoltato fino a quel momento. “Il passaggio a livello di viale Mazzini ora sta chiuso 2 ore e mezza al giorno con auto ferme e con motore acceso, che inquinano. S9 è una linea suburbana, arriverà fino alla stazione che è in centro, ci sarà un sottopasso collegato con via Giramo, provvisto di ascensori…Questa linea serve 20.000 pendolari ogni giorno, di cui 5000 abbiatensi. Dev’essere chiaro che non si può fare la stazione all’Annunciata e che abbiamo da 3 a 6 mesi di tempo per dire sì o no al raddoppio com’è stato prospettato. E’ una palla dire che verranno demolite le case, gli abbiatensi aspettano da una vita il raddoppio e se non si farà questo primo tratto, non seguirà poi sul resto della linea… Che piaccia o no questa è la soluzione. Oggi sono 48 i treni giornalieri, poi saranno 80 per Milano e viceversa e rilanceremo finalmente la città. “Altrettanto fermo Franco Aggio, rappresentante dell’associazione pendolari MiMoAl: “Tutto questo furore di idee è fuori tempo massimo, o si fa come indicato e si finisce entro il 30/6/2026 ed il raddoppio entra in funzione il 30/9/2026 o si perdono i finanziamenti. I potenziamenti ferroviari su linee regionali non sono di competenza statale ma regionali e la Lombardia non l’ha fatto negli ultimi 15 anni. La riprogettazione del raddoppio prevede la rinuncia all’interramento, non esiste questa possibilità e se si perde questa occasione, temo che non ce ne saranno altre. Ora Abbiategrasso ha la possibilità e l’obbligo di migliorare la proposta di Rfi. Le barriere antirumore sono un obbrobrio? Il progetto non è quello che è stato presentato… Se ci si convince che è difficile fare il raddoppio, non si conoscono realtà come Saronno che lo ha realizzato e ha un treno ogni quarto d’ora… Se il progetto non sarà definitivo entro settembre non si farà niente e continueremo a lamentarci. Abbiamo già perso 70 milioni di finanziamento nel 2011 che sono stati dirottati sulla Bergamo-Treviglio…”. In senso contrario l’intervento dell’ex sindaco Alberto Fossati che ha criticato “il fatalismo di chi non crede che si possano cambiare le cose. Il sottopasso di viale Mazzini comporterà la chiusura per due anni e forse definitiva di 20 esercizi commerciali e la chiusura del passaggio a livello di via Volturno pone il problema della chiusura del quartiere Folletta e l’idea di collegare via Lattuada con via Paolo VI dove c’è un gruppo che fa vivere un parco, sarebbe la devastazione di quella parte della città. Si dice che non c’è un problema di espropri… c’è un sottopasso in viale Mazzini solo per auto e uno pedonale solo sotterraneo. Bisogna capire quali sono le ricadute perché i sogni non si trasformino in incubi. I consigli comunali dal 1996 hanno detto sì al raddoppio non a raso ma interrato o semiinterrato. Il Pd ha senatori e politici in tutte le istituzioni, deve capire se non è possibile avere risorse per un progetto diverso. Se il raddoppio dev’essere fatto, non si deve accettare supinamente quello che ci viene prospettato”. Una visione che ha provocato la risposta di Carlo Motta, pendolare: “Non sono d’accordo con Fossati – ha esordito – sono prevedibili alcuni disagi dovuti alla chiusura momentanea di alcuni esercizi commerciali ma deve prevalere il bene della collettività, chiedo al Pd di fare tesoro degli interventi più concreti per portare a casa il raddoppio entro 4 anni, pensate all’obiettivo più che alla campagna elettorale. Il raddoppio serve ad Abbiategrasso ma anche per il rilancio da Vigevano a Mortara…”. Angelo Ceretti del Pd ha convenuto che “è un’opera importante che comporta dei sacrifici ma che va fatta. Il raddoppio si è fermato perché si voleva l’interramento che non si è fatto, intanto la città ha perso molti servizi, vogliamo perdere anche il raddoppio? Perché prendere ad esempio la stazione di Albairate e non il sottopasso di Magenta? Avere la stazione in centro è importante per servire Ospedale e Golgi, non si può essere per il No a prescindere che non porta né a sogni né a incubi. No al rendering presentato che è proprio brutto, bisogna fare in modo che i negozi non chiudano durante il cantiere e scegliere la logica di una città dei servizi”. Di parere opposto, condividendo invece quanto detto da Fossati, Adriano Matarazzo (Pd) ha ricordato che in passato il Consiglio Comunale aveva votato all’unanimità per l’interramento, “la città deve sapere di chi è la responsabilità di una scelta devastante, l’amministrazione faccia una delibera se vuole il raddoppio a raso”. In chiusura Bussolati ha ribadito l’importanza di avere il raddoppio, che certo comporta anche disagi, lo sa bene visto che abita a Milano in una zona cantierizzata per la metropolitana che porterà però vantaggi. Ha quindi auspicato “un miglioramento razionale del progetto di raddoppio per non perdere il contributo del PNRR”. E.G.
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