ABBIATEGRASSO – Un’opportunità reale, a portata di mano finalmente, da cogliere al volo senza tentennamenti ma trovando il più in fretta possibile le soluzioni viabilistiche migliori per Abbiategrasso. Il raddoppio della linea suburbana S9 dalla stazione di Albairate a quella di Abbiategrasso è tra le opere finanziabili con il PNRR, ovvero il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, preparato dall’Italia per rilanciarne l’economia dopo la pandemia di COVID-19. Il PNRR fa parte del programma dell’Unione Europea noto come Next Generation EU, un fondo da 750 miliardi di euro per la ripresa. All’Italia sono stati assegnati 191,5 miliardi (70 in sovvenzioni a fondo perduto e 121 in prestiti). Per questo tratto ferroviario, che prevede in futuro la prosecuzione del raddoppio fino a Mortara, sono ora disponibili 120 milioni di euro dal PNRR, a condizione che l’opera sia ultimata e in funzione entro il 2026 o il finanziamento verrà cancellato e si dovrà restituire quanto anticipato. Tempi molto ristretti quindi, un’opportunità irripetibile per Abbiategrasso e per creare i presupposti di un raddoppio completo della linea Mi-Mo. Per discutere di questo si è riunita martedì 25/1 la Commissione Consiliare II, sia in presenza in Castello che da remoto, aperta alla cittadinanza grazie allo streaming e a una diretta Fb dell’Eco della città, che ha filmato la presentazione dell’arch. Ambrosini di 2 progetti, quello proposto da Italfer-Rfi e la controproposta dell’amministrazione comunale. Presentazione avvenuta dopo gli interventi iniziali del sindaco Nai e dell’ass. Albetti. Il sindaco ha ribadito che l’occasione è assolutamente da cogliere, sia per avere una linea ferroviaria efficiente che per non avere più la città divisa in 2, e ha invitato tutti a condividere idee e progetti. L’ass. Albetti ha riferito degli incontri dell’amministrazione con Italfer-Rfi e un rappresentante della Regione, nel primo del 21/12 è stato confermato il raddoppio con il prolungamento della S9 da Albairate ad Abbiategrasso, riprendendo in parte il progetto del ‘94-‘95 a raso a cui si aggiunge l’esigenza di rinnovare completamente la stazione che necessita di altri binari per lo stazionamento dei treni, con corse ogni 30 minuti. Poiché l’ipotesi di viabilità proposta da Italfer-Rfi non risulta funzionale per Abbiategrasso, il 27/1 l’amministrazione ha inviato una propria ipotesi che è stata presa in considerazione e venerdì 14/1 in un altro incontro sono stati chiesti all’amministrazione elementi tecnici chiave, per valutare la fattibilità della proposta. L’arch. Ambrosini ha presentato per prima la proposta Italfer-Rfi, illustrandone caratteristiche e criticità. Ha mostrato come tale soluzione abbia ripreso l’ipotesi degli anni ’90, che prevedeva sottopassi prima della decisione di chiedere l’interramento, che ha bloccato di fatto il raddoppio. L’ipotesi Italfer-Rfi presentata il 21/12 prevede una soluzione simile, dopo l’attraversamento di viale Mazzini, una strada che piega verso l’Allea fino all’angolo di via Cavallotti nei pressi di Amaga. Una soluzione che privilegia la velocità del traffico con un lungo tratto interrato e un raggio di curvatura troppo ampio e, per andare in senso opposto, un allungamento di percorsi, senza tener conto del vicino centro storico. Per di più quest’opera andrebbe a sconvolgere tutta l’area dell’Allea con la rimozione di piante e possibili ritrovamenti archeologici, come le antiche mura della città nei pressi del ponte. Non ritenendo quindi consona questa soluzione, si è pensato di proporne una alternativa, più simile alla situazione attuale, “l’idea- come ha ben spiegato l’arch. Ambrosini- è quella dell’abbassamento di viale Mazzini, con la parte centrale che scende e le corsie laterali in superficie, come disimpegno sia per andare in via Giramo sia per tornare in direzione opposta verso Milano. Superato il sottopasso (vedi il tratteggio bianco nella foto) si riemerge dalla parte opposta con una risalita parziale fino alla rotatoria, che si troverà a una quota intermedia tra il sottopasso e il livello del Castello. Dalla rotatoria partiranno 2 rampe che riemergono, da una parte in prossimità del ponte Milano (senza scavare quindi nella zona archeologica più sensibile), dall’altra in prossimità di via Paolo VI. L’attraversamento ciclo-pedonale non sarebbe sulla rampa veicolare ma con apposito sottopasso da via Giramo. Una soluzione più modesta e meno invasiva, che va studiata nei dettagli per quanto riguarda i sottoservizi e l’impiantistica interrata, in particolare occorrono soluzioni tecniche per modificare il percorso della roggia Cardinala che ora scorre sotto il passaggio a livello, dove occorrerà scavare. Durante il dibattito è stato ancora una volta ribadito che il raddoppio si può fare solo ‘a raso’ e che non si è ancora parlato di eventuali espropri. Gli altri passaggi a livello, tranne quello di via Volturno, dove è previsto solo un passaggio ciclo-pedonale, e quello della Gennara se la nuova stazione lo coinvolgerà, non sono per ora contemplati, lo saranno nella successiva fase di continuazione del raddoppio verso Mortara. Diversi consiglieri di minoranza hanno chiesto di partecipare ai prossimi incontri con Italfer-Rfi, il sindaco si è detto disposto a parlarne. Enrica Galeazzi
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